Articoli in riferimento a: Big Bill Broonzy

William Lee Conley Bradley (1893/1903-1958), noto come Big Bill Broonzy, cantante, chitarrista e autore prolifico, cresciuto in Arkansas, a Pine Bluff. S’adattò ai tempi passando dal country blues al blues urbano, e poi di nuovo al blues tradizionale divenendone una delle figure più note durante il primo folk blues revival degli anni 1950 e primi anni 1960.
Inizia a suonare su un violino auto costruito temi religiosi e canzoni popolari, ma dopo il trasferimento a Chicago nei primi anni 1920 passa alla chitarra con gli insegnamenti di Papa Charlie Jackson, già artista Paramount, e oltre a Jackson comincia ad accompagnare altri solisti dal vivo e in studio. I primi dischi datano 1927 e sono pubblicati per Paramount, ma ha maggior successo discografico nei primi anni Trenta con le registrazioni effettuate a New York City per ARC. Tornato a Chicago suona nei club del South Side, allora un’area ad alta densità afroamericana, e va in tour con Memphis Minnie come suo secondo chitarrista.
Nel 1934 comincia a registrare per Bluebird, accompagnato da vari pianisti (tra cui Joshua Altheimer e, più tardi, negli anni 1940, Big Maceo Merriweather, v. sotto), assumendo un suono più deciso e personale. Da Bluebird ha anche il ruolo di compositore, direttore artistico e accompagnatore per altri artisti, come Washboard Sam (suo fratellastro), Memphis Slim, John Lee ‘Sonny Boy’ Williamson, Jazz Gillum, Tampa Red, alla fine partecipando a centinaia di registrazioni.
Nel 1938, quando registra anche per Vocalion, ha ormai una certa popolarità (ma non ancora con il nome “Big Bill Broonzy”), tanto che è chiamato a sostituire l’ormai defunto Robert Johnson da John Hammond Sr per la produzione dei noti concerti From Spirituals to Swing al Carnegie Hall, dove per la prima volta Broonzy suona (con molto successo) davanti a un pubblico bianco, accompagnato dal pianista Albert Ammons; vi tornerà nel concerto dell’anno seguente.
Negli anni 1940 affina le doti di autore e di musicista versatile, continuando a trovarsi a suo agio nel country blues come nel blues urbano, e in ciò che costituisce la sua formazione, le tradizioni folk e spiritual, il ragtime, e gli hokum (negli anni Trenta fece parte dei Famous Hokum Boys di Georgia Tom Dorsey [Thomas A. Dorsey]). Nel secondo immediato dopoguerra alcuni suoi brani, pur sempre acustici, accompagnati da piano e/o sassofono, s’avvicinano come concezione al blues elettrico di Chicago ormai di là da venire; del resto già negli anni 1930 Broonzy aveva capeggiato piccole band con piano, contrabbasso e batteria, ed è ciò che in effetti costituiva il morbido suono Bluebird, o Melrose sound (che sarà scalzato dal nuovo suono elettrico cittadino, Muddy Waters capofila), da Lester Melrose, il talent scout e produttore che lo imponeva, o lo cercava, negli artisti della sua scuderia, e che trovò realizzato proprio in Broonzy (e in Tampa Red).
Nel 1951 fu uno dei primi bluesman americani a sbarcare in Europa (allora salutato, ingannevolmente, come ultimo bluesman rimasto); registrò a Parigi per Vogue e divenne molto popolare, e al ritorno fu, come Sonny Terry e Brownie McGhee, tra i musicisti più richiesti del folk blues revival, riuscendo finalmente a permettersi di vivere di musica, registrando e facendo molti tour, soprattutto in Inghilterra, dove lasciò una profonda influenza sui futuri musicisti del folk e del blues-rock britannico.

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