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James Johnson (1939-2022), chitarrista e bassista nato (figlio di mezzadri) alla piantagione di canna da zucchero di Alma (Alma Plantation), vicino a Erwinville nella contea di Pointe Coupee, nordovest di Port Allen, Louisiana. Membro fondamentale nella road band di Slim Harpo (v. sotto), i King Bees, per otto anni è stato il più stabile tra i vari musicisti coinvolti nel gruppo di Harpo.
Johnson ha raccontato in un’intervista al giornale locale The Advocate d’aver comprato la sua prima chitarra (acustica) in un monte dei pegni a Baton Rouge quando aveva quindici anni, ispirato da un concerto di Albert Collins all’auditorium del suo liceo; doveva lavorare per procurarsi i vestiti per andare a scuola, e lavorò anche per avere quella chitarra. Imparò i primi rudimenti da qualche vicino più anziano, e a leggere la musica dalla sua insegnante di scuola, ma voleva suonare il blues e dovette farsi le ossa da solo.
Aveva diciott’anni quando s’unì a John ‘Big Papa’ Tilley (aka ‘Big Poppa’) e ai suoi Country Boys (vi suonarono anche Phil e Buddy Guy), prima che Tilley lasciasse la musica mondana diventando religioso; fu proprio Big Poppa (che purtroppo morì poco dopo, nel 1961) a portarlo da Slim Harpo sapendo che aveva bisogno di un bassista.
Quando James Johnson entrò nei King Bees, T.J. Kinchen (chitarra e basso) era già nella band, Boe Melvin c’era già stato, mentre Rudolph Richard sarebbe arrivato poco dopo. A volte suonava la lead guitar, ma più spesso era responsabile per quel ronzio di chitarra basso caratteristico della musica di Harpo.
Probabilmente la prima volta che i King Bees suonarono in studio fu nella sessione del nov. o dic. 1959, che Johnson ha ricordato come la sua “prima registrazione in studio con Slim”, quella di Blues Hangover (che però lì fu chiamato Talking Blues nella sua prima versione inedita, poi rifatto come Blues Hang-over nella successiva sessione del giugno 1960), dicendo che suonò la chitarra “accordando la corda del mi al sol naturale”.
È suo l’epico “chicken-scratch” in Baby Scratch My Back, ma per fare un po’ di luce sul più di mezzo secolo di buio a riguardo dei musicisti presenti alle sessioni di Slim Harpo consiglio il libro di Martin Hawkins “Slim Harpo, Blues King Bee of Baton Rouge” (da dove ho estratto queste notizie), calato con sorpresa nel 2016 come una vera manna che va a coprire di quanta più possibile verità e con tanta buona volontà non solo la poco conosciuta storia di Harpo e della scena di Baton Rouge, ma anche le incertezze della sua sessionografia, data per data, anche se naturalmente non in modo esaustivo per il troppo tempo trascorso.
James Johnson lasciò la band nel 1966, ma occasionalmente tornò a suonare dal vivo con Harpo fino al 1968, nonostante la loro relazione non fosse così amichevole, poi rallentò l’attività con la morte di sua madre, e con il calo della richiesta di musica blues e R&B (proprio nel periodo della scomparsa di Harpo), oltre all’avvento della disco music, non suonò per quattordici anni, salvo qualche ritrovo occasionale. Negli anni Ottanta fu Raful Neal a convincerlo a tornare in scena, prima come bassista poi come chitarrista (suonava seduto per problemi alla schiena), alla fine rimanendo fino alla scomparsa di Neal nel 2004. Da allora ha partecipato di tanto in tanto a eventi blues, e in uno di questi è stato notato e reclutato da una troupe cinematografica apparendo come chitarrista nel film del 2008 A Good Man Is Hard to Find. Suonava regolarmente al Tabby’s Blues Box (v. ex locale nell’articolo su Baton Rouge al link sopra), il club di Tabby Thomas. Solo nel 2014 ha pubblicato il suo primo disco solista, Stingin’ & Buzzin’.
È scomparso nel 2022 dopo una lunga malattia a casa sua, a Baton Rouge.