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John Lee Hooker (1912 o 1917 -2001), cantante blues dalla voce profonda e iconico chitarrista elettrico, distintivo per i ripetitivi ritmi boogie tendenzialmente mono-accordali, le atmosfere tenebrose, i versi liberi, anche talking blues, e la gestione anarchica del tempo.
Nato sedici km a sud di Clarksdale, Mississippi, nella fattoria del padre, agricoltore e predicatore battista, da bambino conobbe soprattutto gli spiritual eseguiti in chiesa. I vari trasferimenti famigliari si circoscrissero tutti nella regione Delta e sempre nell’area a sud di Clarksdale attorno alla Highway 49.
Nel 1921 i suoi genitori si separarono; il nuovo marito della madre, un cantante e chitarrista chiamato William Moore (non so se si tratta del William Moore abile multi-strumentista della Virginia influenzato da Blind Blake, che incise per Paramount nel 1928), lo ispirò così tanto che Hooker in seguito gli ha attribuito credito per il suo stile chitarristico, dichiarando inoltre che egli aveva amicizie eccellenti come Blind Lemon Jefferson, Son House e Charlie Patton, che ricordava in visita e con cui il patrigno suonava. Altre influenze furono Tommy McClennan, e Tony Hollins (registrò per OKeh e Decca), che gli fece da maestro, gli fornì la sua prima chitarra nel 1928 e gli insegnò alcuni brani poi rintracciabili nel repertorio hookeriano, come Crawling King Snake e Tease Me Baby.
A suo dire abbandonò la famiglia quattordicenne, rimanendo in Mississippi, ma qualche anno più tardi provò a stabilirsi a Memphis (1933/1934), esibendosi agli house party e al New Daisy Theater in Beale Street, poi vagabondò di nuovo stazionando a Knoxville, Tennesse e a Cincinnati, Ohio, prima di fermarsi a Detroit nel 1943 trovando diversi impieghi in varie industrie automobilistiche e sposandosi per la terza volta. Divenne habitué della zona di Hastings Street, nel quartiere di Black Bottom, il distretto afroamericano dei divertimenti, e dell’area di Paradise Valley, esibendosi nei club e nei bar a volte in trio (con il pianista James Watkins e il batterista Curtis Foster), e con Eddie Burns. Qui ebbe la sua prima chitarra elettrica (si dice datagli da T-Bone Walker) nel 1947, necessaria per farsi sentire a un più alto volume nei locali cittadini.
In uno di questi nel 1948 fu notato da Elmer Barbee, proprietario di un negozio di dischi con un piccolo studio di registrazione nel retro dove per qualche mese Hooker si recò registrando dei demo che Barbee, diventato suo manager, o Hooker stesso, portò a Bernard Besman, ex pianista, produttore, co-proprietario di una società di distribuzione e titolare di Sensation Records. Besman lo produsse negli studi di Detroit United Sound Systems (Joe Siracuse il tecnico del suono) e licenziò buona parte dei brani a Modern Records (altri uscirono su Sensation e Regal). S’accorse subito della difficoltà di accompagnare Hooker per via del suo libero uso del tempo musicale (non così difficile per tre “Eddie” chitarristi: oltre a Eddie Burns, Eddie Kirkland accompagnò Hooker nei tour e in studio in varie registrazioni Besman fino al 1962, tra la moltitudine di brani sparsi su varie firme in quella prima dozzina d’anni, a parte Vee-Jay, dove trovò Eddie Taylor), così spesso lo registrò da solo con voce, chitarra, e una tavola di legno su cui potesse battere il tempo con il piede, amplificando con opportuna microfonatura e ottenendo un’eco naturale. Il primo singolo fu Boogie Chillen, il suo più iconico e noto: balzò al 1º posto nella classifica R&B nel 1949 (in The Legendary Modern Recordings 1948-1954, Ace).
A questo primo hit ne seguirono altri su Modern: Hoogie Boogie (#9, 1949), Hobo Blues (#5, 1949), Crawling King Snake (#6, 1949), Huckle Up Baby (#15, 1950, Sensation), e I’m in the Mood, altro numero uno nel 1951, che Besman fece fare a Hooker interamente (cioè voce-chitarra-piede) in double-tracking, tecnica (inusuale all’epoca, il cui effetto è ben udibile dallo sfalsamento delle due linee) che consiste nel registrare di nuovo sopra la traccia precedentemente registrata per ottenere più robustezza sonora (il double tracking è riscontrabile anche in altri brani delle sessioni Besman, come Rock House Boogie).
Hooker ebbe scarsi riscontri economici anche dalle vendite più fortunate, così cominciò a pubblicare singoli pirata, a volte cambiando di poco uno stesso brano, su altre etichette usando diversi pseudonimi, come Texas Slim (per King Records), Delta John (Regent), Birmingham Sam and his Magic Guitar (Savoy), Little Pork Chops (Danceland), The Boogie Man (Acorn), Johnny Williams (Staff, Prize…), John Lee Booker (Chance, e Chess nel 1951/1952), Johnny Lee (DeLuxe nel 1953-1954), e molti altri.
Nei primi anni 1950 Hooker registrò direttamente sia per Chess (due sessioni) che ancora per i Bihari, continuando la clandestinità per altri singoli su varie etichette. Nel 1953 formò una sua band, The Boogie Ramblers, e firmò con Specialty (senza interrompere con Modern e registrando anche per Fortune) lasciando materiale con la produzione di Johnny Vincent in due sessioni inedite fino agli anni 1970.
Nel 1955 John Lee Hooker ebbe l’ultima sessione Modern e passò a Vee-Jay Records di Chicago con il suo vero nome per il seguente decennio, registrando dapprima con musicisti dello studio, tra cui Jimmy Reed e la sua band (Eddie Taylor con George Washington, basso e Tom Whitehead, batteria); uno dei primi brani fu Dimples (1956), che non andò in classifica (se non in Inghilterra in quella pop sei anni dopo), ma divenne uno dei più noti a posteriori grazie alla fama inglese, mentre Boom Boom (con musicisti Motown) raggiunse il 16° posto nel 1962 e fu il brano V-J che vendette di più, da sempre tra i suoi più ripresi. Un altro in classifica fu I Love You Honey (#29, 1958), con il pianista di Detroit Joe Edward Hunter, Eddie Taylor, il bassista Everett McCrary e il batterista Richard Johnson.
Nel 1959 uscì il suo primo LP, I’m John Lee Hooker (Vee-Jay, con alcune nuove versioni dei suoi successi Modern e qualche traccia con il batterista Earl Phillips), mentre Chess rilasciò un album con le sue registrazioni 1951-1952, House of the Blues, seguito da John Lee Hooker Plays and Sings the Blues nel 1961. Ci scapparono anche (su licenza V-J) due album acustici per Riverside, dove appare la sua prima versione di Tupelo Blues (v. articolo sotto, Cropper/Staples/King). Tra l’uscita di album economici di riedizioni Modern (Crown), vecchie registrazioni King e nuove pirata per Fortune, nel 1960 Hooker pubblicò un altro LP V-J, Travelin’, con la prima versione di Whiskey and Wimmen (con il trio del chitarrista Lefty Bates), e No Shoes, che entrò nella classifica R&B (#21); partecipò inoltre al Newport Folk Festival. Nel 1961 ci fu il terzo LP Vee-Jay, e Bob Dylan debuttò a New York aprendo per lui al Gerde’s Folk City.
Nel nuovo decennio Hooker beneficiò del revival folk-blues, provocato in gran parte dalla serie di tour annuali dell’American Folk Blues Festival in Europa organizzati da Horst Lippmann e Fritz Rau, a cui Hooker partecipò già dal 1962 (tornandovi nel 1965 e nel 1968, ma venne in EU ogni anno al di là dei tour AFBF), conducendo in parallelo alla sua personalità urbana ed elettrica un’altra più rurale e folk, acustica, in linea con il primo revivalismo.
Nel 1963 e 1964 pubblicò rispettivamente il quinto vinile V-J e l’ultimo singolo per l’etichetta (It Serves Me Right), poi andò in tour in UK con John Mayall e firmò con ABC (Impulse e Bluesway), dove stette fino al 1974 e il cui primo LP fu Live at Cafe Au Go Go, registrato nel 1966 con il supporto della Muddy Waters Band. Registrò di nuovo per Chess prodotto da Ralph Bass (con il vecchio sodale di Detroit Eddie Burns, Lafayette Leake, e forse Fred Below) per The Real Folk Blues (con la nota One Bourbon, One Scotch, One Beer). Tra gli album Bluesway, uno (If You Miss ‘Im… I Got ‘Im, 1969) vide il supporto del cugino Earl Hooker e la sua band.
Nel 1969 si trasferì in California e continuò nel circuito dei college e dei festival negli USA e in tour in Inghilterra. Diventato idolo dei musicisti rock d’ambo le sponde cominciò a esibirsi insieme a loro (o comunque con band bianche), oltre a una miriade di “collaborazioni” che proseguì nei decenni a venire (tra cui Van Morrison, Joe Cocker, Mark Naftalin, Pete Townshend…): tra le unioni più note ed effettive quella con i Canned Heat, che sfociò nell’album di successo Hooker ‘n Heat del 1971.
Nel 1980 rinnovò la sua figura grazie al film The Blues Brothers, riverberandosi nel blues revival dei primi anni 1980, ma tornò più saldamente in auge verso la fine del decennio grazie a Roy Rogers, il manager Mike Kappus, e ad alcune registrazioni con vari artisti tra cui Robert Cray, Santana, Bonnie Raitt e Los Lobos (The Healer, 1989) che riattivarono la sua carriera discografica, seguite dal disco Mr Lucky prodotto da Ry Cooder, Rogers e Santana, con Johnny Winter, Van Morrison, Keith Richards, e avendo premi, riconoscimenti, concerti, pubblicazioni per tutti gli anni 1990.