Mississippi Hills – pt 1

(Holly Springs, Hudsonville, Chulahoma, Harmontown)

Nonostante anche Tupelo faccia parte della regione Hills, l’ho messa a parte per l’ampiezza e la differenza degli argomenti, vale a dire tra Elvis e l’Hill Country blues. L’area del perimetro delimitato a est da Holly Springs e a ovest da Senatobia conta piccoli centri, o solo comunità, che l’hanno messa sulla mappa del blues grazie alla passata presenza di figure caratteristiche e importanti come Fred McDowell, David ‘Junior’ Kimbrough, R.L. Burnside (per gli ultimi due, v. questo articolo), e altri che vedremo, oltre a colui che è stato l’ultimo superstite attivo della tradizione fife and drum, Othar Turner, prima di passare il testimone alla nipote Shardé Thomas.
Oggi qui è difficile trovare testimonianze di questa gloria musicale se non s’incappa in qualche evento o in qualche erede, e non mi riferisco solo al vivente ma anche a eventuali reperti storici.
A differenza del Delta, non si assiste al miracolo di vecchi club ancora in piedi, resti di grandi e antiche piantagioni, quartieri afroamericani con una storia musicale, musei o esposizioni sull’argomento. Niente tratte ferroviarie, highways, nomi di città e altri luoghi entrati nel mito perché citati nelle liriche. (1)
Non ci sono porti fluviali, così distante dal fiume Mississippi di cui nella regione Delta si percepisce l’antico e tortuoso scorrere anche lontano dalle sue rive per via dei numerosi tributari, e del fiume Yazoo dall’altro lato, se non per il clima. Nel meno depresso Hill Country si tratta soprattutto di campagne e foreste, di alberi da frutto e dolci colline ricoperte di kudzu, di piccole fattorie familiari storicamente afroamericane, di tradizioni musicali isolate e tramandate nella comunità, non tra bluesman erranti poi diventati stelle discografiche. Un’area storicamente e geograficamente interessante, ma per quanto riguarda la storia blues bisogna accontentarsi dei blues marker (2) e dei cimiteri dove riposano i grandi che hanno solcato questa terra con il trattore e la chitarra. In effetti, l’ultimo veloce giro in Mississippi prima del ritorno a Memphis è stato un simbolico susseguirsi di tombe.

Holly Springs water tower, Mississippi Hills

Per questioni di tempo sono rimaste fuori dal tratto terminale del giro: Byhalia, luogo di nascita dei fratelli Louis e Dave Myers, Sardis, sede di una vecchia aula di giustizia con annessa la prigione della contea Panola, dove Robert Jr Lockwood e S.B. Williamson II furono condannati per vagabondaggio e reclusi per ventun giorni, nel 1935 circa, (3) e Oxford, sede della rivista Living Blues, di Fat Possum Records e della Ole Miss. (4) Inoltre, vi si trova la storica e visitabile residenza di William Faulkner (Rowan Oak), e ha un bel distretto storico (Historic Downtown Square).
Di un certo interesse paesaggistico è New Albany (tra Tupelo e Holly Springs), che oltre al bel distretto storico offre l’Ingomar Indian Mounds, sito archeologico disseminato di antichi monticelli sepolcrali dei nativi, e il Tanglefoot Trail, ex percorso ferroviario tramutato in sentiero per escursioni che s’estende dai piedi dei Monti Appalachi fino a Houston, MS, paese natale di Bukka White (e zona attraversata dal Natchez Trace).

Holly Springs historic downtown, Mississippi Hills

Se New Albany e Oxford sono turisticamente più interessanti, la piccola Holly Springs, che peraltro non manca di vanto paesaggistico (5) e storico, (6) è il fulcro musicale della regione. Le famiglie Kimbrough e Burnside appartengono entrambe all’area. Il pianista boogie-barrelhouse Mose Vinson (1917-2002) è nato qui, come il cantante e chitarrista country-rockabilly Charlie Feathers (1932-1998) e un altro esponente dell’Hill Country blues, Robert Belfour (1940-2015, dalla vicina Red Banks). La città conta due stazioni radio che a volte trasmettono blues, WKRA (92.7 FM), e quella non commerciale del Rust College, WURC (88.1 FM), con gospel, jazz, e occasionalmente blues (tra i conduttori Jessica McMorris, una pronipote di Mississippi John Hurt).
Il Rust College (1866) è il college afroamericano più vecchio dello stato, e uno dei cinque più vecchi in tutta la nazione. Negli anni 1920 il Rust College Quartet ha registrato bei dischi di musica religiosa, e la scuola ha tuttora un rispettabile coro gospel. L’annuale Festival Kudzu di solito include l’Hill Country blues, mentre quello che una volta si chiamava Kenny Brown’s Hill Country Picnic, organizzato dall’ex chitarrista di R.L. Burnside e residente Kenny Brown, è il festival dedicato allo stile musicale regionale. Ora si chiama North Mississippi Hill Country Picnic e si svolge al Potts Camp (Center Ave) nel fine settimana del 4 luglio.

Holly Springs historic downtown & Hill Country Blues marker, Miss.

Holly Springs è stata fondata nel 1835 da William Randolph della Virginia, e deve il suo nome alle sorgenti d’acqua circondate da alberi di agrifoglio dove sorse il primo insediamento. È il centro più grosso tra Hudsonville, luogo nativo di Junior Kimbrough, e Chulahoma, dov’era il suo juke joint.
Il “blues delle colline”, caratterizzato da pochi cambi di accordi, strutture non convenzionali ed enfasi su un ritmo monofonico trainante (in inglese drone, il “nostro” bordone), è diventato popolare a livello mondiale solo negli anni Novanta del secolo scorso (grazie soprattutto al documentario Deep Blues) immettendo “nuova” e genuina linfa (rurale) nel revival blues (più urbano) iniziato negli anni Ottanta, e influenzando il giovane rock alternativo via l’allora neonata indie Fat Possum, nonostante sia Burnside che Kimbrough avessero già registrato negli anni Sessanta. Fino ad allora i due si erano esibiti perlopiù nei juke joint locali e nelle feste casalinghe della comunità (anche se Burnside aveva fatto tournée in Europa negli anni Ottanta), e la maggior parte delle loro prime registrazioni erano state opera di ricercatori, musicologi e produttori come George Mitchell (da non perdere il cofanetto George Mitchell Collection), David Evans dell’Università di Memphis, e Sylvester Oliver, professore del Rust College (oggi ex professore in seguito a una condanna) che tra gli anni Ottanta e Novanta organizzava il molto apprezzato Northeast Mississippi Blues and Gospel Music Folk Festival.

Holly Springs historic downtown, Mississippi Hills

Distretto storico, College Ave, un lato di quella che è considerata la piazza centrale benché non si tratti di una vera piazza, ma di un parco quadrato nel quale campeggia il palazzo di giustizia della contea (v. sotto).
Dopo l’improvviso successo sia Burnside che Kimbrough tennero concerti in tutto il mondo e pubblicarono dischi influenzando molti giovani musicisti, tra cui alle soglie del Duemila emersero i North Mississippi Allstars dal nucleo dei fratelli Dickinson, (7) talentuosa coppia cresciuta con solida tradizione country blues (ma espressa più in stile southern rock) e appartenente a quei luoghi, mentre altri si possono considerare solo emulatori dei “suoni delle colline”. Qualcuno invece ha sperimentato usando quegli stessi suoni, e Burnside in particolare è stato vittima di remix arditi e artificiosi indirizzati al pubblico techno e hip-hop, che hanno sfruttato e deviato il suo potente e istintivo groove in nome di un successo più commerciale.

Marshall County Courthouse, Holly Springs, Miss.

Il Marshall County Courthouse nel parco-piazza centrale, di fronte alla via intestata al generale confederato Earl Van Dorn, capo di una spedizione che nel dicembre 1862 distrusse un deposito di rifornimenti dell’Unione ritardando così la loro avanzata verso Vicksburg durante l’estesa e vittoriosa campagna militare del generale nordista Ulysses Grant attraverso il Mississippi, che portò alla resa la città fluviale dopo molti giorni d’assedio. Durante la Guerra Civile Holly Springs ospitò una sessantina di combattimenti, ma la batosta più grossa l’ebbe nel 1878 quando un’epidemia di febbre gialla uccise centinaia di abitanti.

Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Mississippi Hills

A poco meno di due blocchi dalla piazza centrale quest’ammasso di ferraglia annuncia che siamo arrivati al più improbabile (ormai ex) negozio di dischi di tutto il Mississippi (ma che dico, di tutto il mondo), oggi totalmente eclissato da ogni genere di ciarpame.

Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Mississippi Hills

Non credo ai miei occhi quando vedo l’Aikei Pro’s Records Shop, 125 N Center Street. Coloro che vi stazionano davanti paiono fungere anche da guardiani (sempre che invece non ci sia da augurarsi che qualcuno porti via qualcosa) e da aiuto per rintracciare il titolare. Tuttavia qui l’unico aiuto è dirci che è chiuso, che il proprietario si trova al ristorante e che se vogliamo possiamo andare a chiamarlo.

Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Mississippi Hills

Ormai più una discarica che una rigatteria, però ancora non sono certa dell’impossibilità di rintracciare musica, o anche solo di vedere l’interno. Rimugino sulla possibilità, almeno, di conoscere “Aikei Pro”, ma preferisco aspettare. (8) Nel frattempo un tizio (bianco) che sta passando in auto si ferma, scende e ci chiede se per caso vogliamo una foto insieme davanti al negozio, perché mi ha visto gironzolare con la macchina fotografica e ha pensato fosse il caso. È incredibile l’apertura di questa gente: se ne stava andando per i fatti suoi, e si ferma perché pensa che forse abbiamo bisogno. Mi ha ricordato quell’altro tipo, sempre da queste parti, che mentre stavo fotografando in una strada di campagna (Gravel Springs Rd) ha accostato offrendo il suo aiuto perché pensava avessimo la macchina in panne.

Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Miss.

C’è ogni genere di cianfrusaglia: se qualcosa non era del tutto da buttare quand’è arrivata qui ora lo è sicuramente. Mentre stiamo pensando al da farsi un altro passante motorizzato (nero) inchioda e ci chiede in stretto slang se per caso stiamo aspettando “Mr Caldwell”. Io in realtà non ricordavo il vero nome del leggendario Aikei Pro, ma in quel momento mi rendo conto che è lui. Alla mia risposta affermativa si dice pronto a chiamarlo al telefono e a portarcelo lì.
Nella guida di Cheseborough (v. fonti) c’è scritto di non chiedere indicazioni in giro perché il negozio è “sconosciuto e invisibile” ai più, ma i due episodi appena citati confermano che ora non è così. Non solo i locali, oltre agli afroamericani per i quali è sempre stato un ritrovo, ne sono a conoscenza (come si può non notare un posto del genere o a ignorarne l’esistenza), ma anche sanno dell’attrazione sui turisti del blues.

Car full of junk at Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Miss.

Quando lo spazio viene a mancare, c’è sempre un’automobile su cui contare! Nella suddetta guida si parla di “una fila di vecchie biciclette in vendita”. Ora è un ammasso di ruote e telai più o meno rispettivamente attaccati insieme buttati alla rinfusa. Un giorno una bici è caduta, poi un’altra e un’altra ancora in un lento domino, e da lì è cominciata la rovina senza nessuno che si preoccupasse di sistemarle. O forse qualcuno l’ha fatto, prima di arrendersi.

Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Miss.

Oltre ai dischi, continua Cheseborough, «potreste trovare il paio di stivali da cowboy o i pattini che stavate tanto cercando, un orologio a forma di pavone, un set di corde per chitarra, un vecchio numero di Living Blues e ogni sorta di rimpiazzo o riparazione per autoradio». Già allora, si legge, parlare con Aikei Pro era più facile che fare acquisti nel suo negozio, a meno che non si fosse disposti ad arrampicarsi sopra cumuli di radio, spostare pile di dischi per raggiungere altre pile muovendosi tra cataste precarie verso un’eventuale ricompensa eccitante come una scoperta archeologica. Naturalmente i dischi non hanno mai avuto un ordine, ma sono stati solo impilati ovunque, senza prezzo.

North Center Street, Holly Springs, Mississippi Hills

Auto con il conducente che s’è offerto di recapitarci Caldwell. Da Aikei Pro’s non ci s’annoia un attimo. Mentre siamo in attesa nelle retrovie un’auto della polizia sfila lentamente davanti al negozio con il finestrino abbassato; il poliziotto alla guida, non so quanto bonariamente o seriamente, e se rivolto a qualcuno in particolare, lancia un’occhiata verso gli uomini lì fuori e fa un gesto come a segnalare… “vi tengo d’occhio”.

David 'Fox' Caldwell in front of his Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Miss.

Ecco David ‘Fox’ Caldwell (1927, Arkansas), affabile novantenne in forma e veterano di guerra che negli anni 1960 aprì questa attività sotto l’identità di Aikei Pro per “giapponizzare Walker Bros”, se questo chiarisce qualcosa. (9) La speranza di trovare reperti musicali, o anche solo di dare un’occhiata, sfuma appena ci comunica che è impossibile entrare, mostrandocelo in tutta evidenza aprendo la porta, subito bloccata da un muro di roba. Mi prende un colpo: sapevo che c’era casino là dentro, ma non immaginavo così tanto.

David 'Fox' Caldwell in front of his Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Miss.

“Ci sto lavorando”, ripete più volte, segno di una fede e di un positivismo incrollabili. Per un attimo pensa che potrei trovare qualche vinile sotto la tettoia, facendomi vedere una catasta come se potessi davvero estrarre qualcosa di utile da quel monte eroso dalle intemperie.

David 'Fox' Caldwell at his Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Miss.

Caldwell nella vana ricerca di qualche disco per me. Descrizione di Cheseborough dell’interno prima che il contenuto finisse di occupare ogni spazio calpestabile:

You’ll think you’re in a storage room or a workshop; disassembled car radios and stereo components lie in stacks all over the floor. But no, this awesomely cluttered space is the main room of a unique retail establishment. Records are everywhere – in piles, on racks, in piles on racks, under radios, behind radios. There are well-worn used records, old records still in their wrappers, empty record sleeves, sleeves with two or three records inside, 45s, cassettes, eight-tracks. There even are a few CDs, although Aikei Pro explains that he hasn’t yet bought into the CD craze […]

Caldwell era buon amico di Junior Kimbrough (e di Burnside), che spesso s’attardava al negozio, e oltre ai musicisti locali è entrato in contatto con diversi altri, da Elvis a B.B. King. Nella sua inaccessibile collezione anche libri e articoli sulla tradizione blues dell’area, sepolti da qualche parte. Perfino il gatto è imboscato.

Cat at Aikei Pro's Records Shop, Holly Springs, Miss.

Un altro bizzarro regno di caos degno di pellegrinaggio era Graceland Too, 200 East Gholson Ave, chiuso da qualche anno: una modesta antebellum home in stile revival greco, simil-Graceland nella facciata e nelle intenzioni, nei primi anni 1990 adibita da un eccentrico appassionato a museo casalingo dedicato a Elvis. Tra l’altro Holly Springs si trova giusto a metà sulla traiettoria dei fan di Elvis lungo la Highway 78 che collega la casa di Tupelo (Birthplace of Elvis) con quella di Memphis (Graceland).
Leoni in pietra all’ingresso, esterno ridipinto varie volte con colori vivaci, dal rosa confetto a un blu-azzurro acceso fino a un più rassicurante bianco e beige richiamante i colori del portico e dei mattoni della vera Graceland, oggi è tutta bianco gesso.
Era aperta 24/7, inequivocabile segno della passione totalitaria ed estraniante di Paul MacLeod, proprietario e fautore del santuario. Capelli pettinati all’indietro, basette, pancia e aspetto vagamente Elvis, per stare in piedi beveva ventiquattro lattine di Coca al giorno. Suo figlio, Elvis Aaron Presley MacLeod, anch’egli simil-Elvis, seguiva la stessa follia del padre, e di lui si dice che ricordasse ogni visitatore e ogni parola scambiata. Se fosse letteralmente vero parrebbe un profilo autistico. Non si sa che fine abbia fatto, s’è eclissato dopo la morte del padre. Se penso al genere di vita che ha conosciuto fin dalla nascita la sua sparizione non mi appare così ingiustificata, rimane la stranezza che non si sappia dove sia.

In poco meno di venticinque anni decine di migliaia di persone sono venute a incontrare questi due uomini devoti a Elvis a tempo pieno, che offrivano tour dell’Elvis-tempio e scansionavano regolarmente i media nel caso in cui ci fosse qualche pur minimo riferimento al re del rock ‘n’ roll, da conservare nel loro archivio.
Dischi, libri, abiti, fotografie, manufatti e artefatti con qualche accenno, spesso marginale, a Elvis; arredi kitsch e materiale di poco valore, ma la parte stupefacente non era tanto la collezione in sé quanto il livello dell’umana ossessione, e la singolare esistenza di quel luogo eccentrico e anarchico sulla stessa via dell’Elvisiana ufficiale e patinata. Atto d’amore e in fondo provocazione da una povera e sperduta periferia mississippiana, non dissimile da quella in cui nacque Presley. Ennesimo sfruttamento della figura di Elvis, ma con ritorno economico irrisorio in confronto alla totale dedizione dei responsabili. Per gli studenti delle confraternite della vicina Ole Miss di Oxford le visite notturne a Graceland Too erano ormai una tradizione, considerate come rito di passaggio.
Scrive Cheseborough: «Si può arrivare per divertirsi, ma si va via con una lacrima, impressionati dalla tremenda passione di Paul McLeod [MacLeod, ndr] per il soggetto del suo museo. I cinque dollari d’ingresso includono la visita e la clausola “soddisfatti o rimborsati”. Alla terza visita, McLeod ti fa una foto con addosso una giacca alla Elvis, appende la foto al muro e diventi membro a vita con il privilegio dell’entrata gratuita.»

Da uno così ci si può aspettare che abbia un’uscita di scena altrettanto particolare. Almeno per le circostanze, che cominciano il 15 luglio 2014 verso le undici di sera, quando un ventottenne chiamato Dwight David Taylor Jr, vagabondo locale noto agli abitanti e a MacLeod stesso, batte in modo insistente alla porta di Graceland 2. Quando MacLeod apre Taylor cerca di entrare in casa con la forza; rompe il vetro sulla porta e chiede denaro. Al rifiuto di Taylor di andarsene nasce un alterco durante il quale MacLeod spara con una calibro 45 al petto del poveretto, colpendolo a morte. MacLeod è interrogato dalla polizia e rilasciato senza accuse a suo carico.
Il 17 luglio, due giorni dopo, verso le sette di mattina un passante trova MacLeod, 71 anni, senza vita sulla sedia a dondolo sotto il portico, senza segni di traumi, la porta di casa chiusa. Dato il suo stato di salute precario e niente che faccia pensare a un suicidio o a un crimine si suppone la morte naturale, forse in coincidenza con lo stress della tragedia di due giorni prima (sommato ai quotidiani massicci rifornimenti di caffeina). Nel web ci sono decine di articoli su questa storia, essendo arrivata alla cronaca nazionale: ne segnalo un paio locali (da Oxford) che trattano due aspetti che altri non contemplano: uno è questo, che comprende una descrizione di D.D. Taylor per voce di uno che lo conosceva (e di cui tra l’altro dice che era un “grande chitarrista”), mentre l’altro si chiede dove sia finito Elvis MacLeod.

Pensando che ormai fosse residenza privata non sono andata nemmeno a vederla, ma non sapevo che, almeno esternamente, è rimasta più o meno come ai tempi del museo. Nel 2015 c’è stata un’asta e Graceland Too, proprietà e contenuto, è stata acquisita da una coppia di Peoria, Illinois, che ha fatto lavori di restauro e ha rimesso in casa alcuni pezzi iconici della collezione MacLeod, senza però aprirla a visite. Dall’agosto 2018 invece si parla dell’acquisto di Graceland 2 da parte di un gruppo chiamato Friends of Graceland Too che ci sta lavorando con l’intenzione di riaprire.

Crossroads to Junior Kimbrough's grave, Hudsonville, Mississippi Hills

Verso la tomba di Junior Kimbrough: da Clear Creek Rd a sinistra su Kimbrough Chapel Rd, e dopo poco sulla sinistra c’è il piccolo cimitero della Kimbrough Chapel MB Church, il Kimbrough Chapel Cemetery, ad Hudsonville, campagna a nord di Holly Springs.

Kimbrough Chapel sign, Hudsonville, North Miss.

David ‘Junior’ Kimbrough (1930-1998), nato ad Hudsonville e vissuto quasi sempre da queste parti, fu mezzadro, meccanico, moonshiner e quintessenza dell’Hill Country blues, di un tipo austero, sincopato, ipnotico, basato su riff chitarristici modali ronzanti sui bassi, rari cambi armonici, ritmica implacabile e melodie vocali su tonalità medie quasi mistiche che paiono arrivare da un rituale nel folto della foresta africana. Se la musica di Burnside rifletteva una natura più aperta (nonostante l’affiliazione “diabolica” e la latenza criminosa), l’evasivo Junior Kimbrough aveva un approccio claustrale e notturno.
Cresciuto in una famiglia di musicisti, forma la sua prima band alla fine degli anni 1950 e nel 1966 registra una sessione all’American Sound Studio a Memphis (10) per Goldwax di Quinton Clauch. Solo sei tracce tipo demo con qualche versione alternativa: roba buona, tuttavia ai tempi niente è pubblicato. Come molti inizia suonando brani altrui e qui, con autografi che poi diventeranno suoi capisaldi come Meet Me in the City e Done Got Old, è a metà strada verso quel carattere che abbiamo conosciuto negli anni Novanta e uno stile e materiale non suoi (Lightnin’ Hopkins, Fred McDowell…). La sessione è pubblicata solo nel 2009 (su formato dieci pollici intitolato First Recordings) da Bruce Watson di Big Legal Mess Records (distribuita da Fat Possum).

Kimbrough Chapel Cemetery, Hudsonville, Mississippi Hills

Il suo debutto discografico avviene nel 1968 con un singolo per l’etichetta del fratello di Sam Phillips, Tom, Philwood Records di Memphis, con una versione di Tramp (accreditata come “Tram?” a Junior “Kimbell”) di Lowell Fulson; il lato B è la sua You Can’t Leave Me, blues sognante e pigro che ricorda i due Lightnin’ (Hopkins e Slim). Nel 1969 registra a Memphis un duetto insieme a Charlie Feathers (Feel Good Again) – il suo pupillo rockabilly conterraneo che registrerà ancora con lui e che lo considererà sua maggiore influenza – uscito nel 1996 in formato (78 giri) ed estetica vintage su Perfect (poi nella raccolta Fat Possum Not the Same Old Blues Crap II).
Negli anni Ottanta la sua band su misura, i Soul Blues Boys, è formata dal bassista George Scales e da Calvin Jackson (padre di Cedric e Cody Burnside, nipoti di R.L.), batterista dei migliori ritmi dell’Hill Country blues (anche con R.L. Burnside e un passato nelle fife & drum band), e con loro registra nel 1982 un singolo per High Water (divisione dell’Univ. di Memphis) di David Evans, prodotto dal Prof. Oliver del Rust College nello studio dell’università, con Keep Your Hands off Her e I Feel Good, Little Girl. (11)
Questi due sono poi ripubblicati insieme a una sessione estesa del 1988 al Rust College, ancora con i fidi Scales e Jackson, nel dischetto Do the Rump! uscito nel 1997, periodo di fama mondiale. Altri Soul Blues Boys sono stati il bassista Little Joe Ayers e il batterista Allabu Juju, il bassista e chitarrista Garry Burnside (figlio di R.L.) e il batterista Kenny Malone (suo figlio Kent Kimbrough, aka Kinney Malone Kimbrough, Kenny Kimbrough, e così via): i suoi accompagnatori sempre quelli del giro locale e famigliare, adatti a consegnare la sua pura individualità musicale, come anche Kenny Brown, chitarrista allievo di Fred McDowell, ma anche di Joe Callicott e R.L. (e suo partner) e Cedric Burnside.

Grave of Junior Kimbrough at Kimbrough Chapel Cemetery, Hudsonville, MS

La sua apparizione nel documentario Deep Blues del 1990 con All Night Long, dal vivo nel suo primo juke joint Chewalla Rib Shack aperto quell’anno a est di Holly Springs, lo rende noto al pubblico blues di tutto il mondo, insieme a Burnside e agli altri protagonisti del film. Debutta così su Fat Possum con il suo primo album nel 1992, All Night Long, che è anche il primo dell’etichetta, prodotto da Robert Palmer, l’autore dal cui libro è tratto il documentario, con Kenny Malone e Garry Burnside nel suo nuovo juke joint, Junior’s Place a Chulahoma, in seguito bruciato completamente. Dieci distillati compreso il titolo citato sulla lapide, uno dei suoi più distintivi. È così che la sperduta Chulahoma comincia ad attrarre visitatori da ogni dove, incluse alcune star acclamate del rock e del pop.
Da allora Kimbrough continua a uscire su Fat Possum: Sad Days, Lonely Nights (1994), l’ultimo Most Things Haven’t Worked Out (1997), e due compilazioni post mortem, God Knows I Tried (1998, varie registrazioni degli anni Novanta), e Meet Me in the City (1999, soprattutto reperti casalinghi del 1992), oltre che varie antologie collettive durante gli anni 2000 e una raccolta Fat Possum a suo nome, You Better Run (2002).
Fatale fu un attacco di cuore nel 1998, a 67 anni. In una lapidaria intervista (12) (era uomo di poche parole) dichiara di aver avuto ben trentasei figli, tra cui il già citato Kent/Kinney e David Malone hanno portato avanti l’eredità al sempre pieno Junior’s Place fino a quando non se n’è andato in fumo, e con un altro fratello musicista, Robert Kimbrough Sr, hanno suonato come Kimbrough Brothers.

Grave of Junior Kimbrough at Kimbrough Chapel Cemetery, Hudsonville, MS

La frase è di Charlie Feathers, su una lapide donata nel febbraio 1999 dagli appassionati di Oxford.
L’ex Chewalla Rib Shack, 2644 Higdon Road, a est di Holly Springs, si vede dalla strada ma è in una proprietà privata con recinzione e cancello chiuso, meglio quindi non avvicinarsi troppo. Lì ci sono due costruzioni in legno: il Rib Shack era in quella più piccola, baracca storica da una sola stanza risalente agli anni Venti dell’Ottocento; accanto c’è una casa più grande e moderna costruita anch’essa con tronchi.
La baracca originariamente era un’abitazione da sei stanze vicino a Byhalia ricavata con ceppi di cipresso accettati a mano e messi insieme in stile Lincoln logs. Circa centosessanta anni più tardi, Sammy Greer, consulente e allenatore di football alla Holly Springs High School, durante una battuta di pesca aveva trovato i resti della casa nella foresta. Con il permesso del proprietario Greer smantellò e trasportò la costruzione nella sua proprietà a Holly Springs; durante il lavoro trovò un serpente quasi in ogni tronco e dovette ucciderne trentasei per riuscire a smontarla. Dopo aver recuperato abbastanza tronchi per costruire una versione più piccola della casa, l’abitò per qualche tempo prima di convertirla in negozio di alimentari. È allora che incontrò Kimbrough, che intendeva spostare altrove le feste a base di musica dal vivo, balli, birra e bootleg whiskey tenute a casa sua per giorni e notti intere nei weekend, mentre Greer si poteva occupare del barbecue, così insieme diedero vita al Chewalla Rib Shack.

Felix and Irene Kimbrough graves at Kimbrough Chapel Cemetery, Hudsonville, MS

Accanto a Junior riposano il fratello Felix e la moglie di questi, Irene.
Il posto aprì nel giugno 1990 e riscosse successo immediato: “They’d be jam-packed like sardines in a can”, ha dichiarato Greer. (13) La gente arrivava già al mattino, anche guidando diversi chilometri, bevendo e socializzando all’esterno fino all’arrivo dei musicisti. Date le piccole dimensioni molti rimanevano fuori, godendo comunque della musica. Chi beveva troppo si fermava a dormire sul prato o in una delle due casette per gatti (!), all’esterno del locale; Cheseborough dice che Kimbrough stesso per un po’ visse in una di quelle cathouse (!!). Il locale s’intravede nel documentario Deep Blues nelle riprese in cui Kimbrough suona (con Little Joe Ayers e Calvin Jackson), epoca in cui non aveva ancora registrato il primo album. Non durò molto, Greer lasciò e Kimbrough nel 1992 inaugurò il più grande Junior’s Place a Chulahoma.

Chulahoma, Mississippi Hills

Alla ricerca del luogo in cui sorgeva il Junior’s Place, anche se non c’è rimasto nulla. Una scusa per passare da Chulahoma e sulla Highway 4.

At Highway 4 West and Muse Road where the Junior's Place stood (Junior Kimbrough's juke joint), Chulahoma, Miss.

Era qua sulla Highway 4 West, dal lato nord della strada appena oltre Muse Road, una costruzione di centotrent’anni che aveva servito come scuderia, emporio, sala cocktail, e chiesa. Il Junior’s Place dal 1992 al 2000 ha rappresentato il blues della contea Marshall, proseguendo la tradizione di casa Kimbrough e l’esperienza del Chewalla. Un ritrovo comunitario a suon di musica e balli, e dopo la fama anche meta di pellegrinaggio di forestieri, come gli studenti da Oxford e gli appassionati, anche noti, da tutto il mondo, che giungevano alla domenica sera per assistere dal vivo allo svolgersi del cosiddetto “cotton patch blues”.

Highway 4, Mississippi Hills

Dopo la sua scomparsa i figli Kinney e David Malone hanno continuato l’attività con l’aiuto di parenti, visitatori e amici, tra cui R.L. Burnside, che vi ha suonato spesso, fino al 6 aprile 2000 quando un incendio doloso ha distrutto del tutto l’edificio, gli strumenti, l’attrezzatura, e i molti ricordi.

Highway 4, Mississippi Hills

La Hwy 4 ondeggia sulle collinette. Nel 2014 David Kimbrough ha aperto il Junior’s Juke Joint #2, sulla Highway 7 & Clay Products Rd a Holly Springs (poco più avanti del Rust College verso nord), mentre Robert Kimbrough s’è dato da fare con The Hut, 475 W Valley Ave, Holly Springs, offrendo musica live alla domenica sera.

Harmontown's water tower, Mississippi Hills

Ad Harmontown verso la tomba di R.L. Burnside (1926-2005). Ispirato dal vicino di casa Fred McDowell, che sente da bambino, dai suoni delle fife & drum band, e influenzato dal mentore Ranie Burnette e dai dischi di John Lee Hooker, Muddy Waters e Lightnin’ Hopkins, R.L. Burnside (14) comincia a suonare sedicenne, ma come Kimbrough e altri dell’Hill Country blues non raggiunge la fama prima dei sessant’anni.

Harmontown Baptist Church sign, Harmontown, Mississippi Hills

Se si è giunti su varie backroad alla piccola comunità di Harmontown, Lafayette County, dove Burnside è nato, di cui la chiesa battista del cartello ne costituisce il centro e, se ben ricordo, l’unico edificio pubblico, proseguire verso sud arrivando all’incrocio con la Highway 310 e continuando dritto sulla county road 511 (naturalmente se si arriva dalla Hwy 310 si girerà a sinistra se si proviene da est, a destra se si proviene da ovest). Arrivati alla Free Springs United Methodist Church proseguire ancora verso sud sulla stessa strada fino al Free Springs CME Church Cemetery, della Free Springs CME Church: il cimitero è dietro la chiesa.

Church signs, Harmontown, Mississippi Hills

I prati di Harmontown sono pieni di cartelli pubblicizzanti chiese. Nei primi anni 1950 Burnside tenta di guadagnarsi il pane a Chicago, dove già stanno alcuni suoi parenti (tra cui una prima cugina, Anna Mae, sposata in bigamia da Muddy Waters), ma dopo che il padre, due fratelli e due zii vengono tutti uccisi nel giro di un anno (come racconta in R.L.’s Story) torna nella Marshall County in Mississippi, dove è cresciuto. Anche se passa pochi anni nella Windy City come operaio e non si hanno notizie di un suo coinvolgimento diretto sulla ricca scena musicale del luogo, né se avesse una chitarra elettrica (che comunque inizia a suonare negli anni Cinquanta), viene sicuramente in contatto con il blues di Chicago in club come lo Zanzibar e in Maxwell Street.
Nella compilazione Raw Electric (Inside Sounds, 2001) di inediti registrati nel 1979/80 da David Evans per conto dell’Univ. di Memphis (come farà per Kimbrough e altri, v. sopra) in varie situazioni (tra cui a casa di R.L. vicino alla sperduta Independence, nei pressi di Coldwater), Burnside riprende brani di Willie Cobbs, Elmore James, Little Walter, Howlin’ Wolf, Jimmy Rogers, oltre a suoi arrangiamenti di tradizionali locali e altro materiale riflettente il southern soul degli anni 1960/70 (Albert King, Little Milton).
R.L. ha 53 anni e sono registrazioni importanti, pur di scarsa qualità audio, perché per la prima volta documentano l’assetto elettrico crudo e senza sofisticazioni della sua giovane band di famiglia The Sound Machine, con i figli Joseph (19, ch.), Daniel (20, bs o ch.), il genero Calvin Jackson alla batteria (19) e un altro, giovanissimo figlio, Duwayne (11, batt., poi diventerà chitarrista), quasi mai tutti insieme perché raramente hanno funzionanti sia il basso che una o due chitarre allo stesso momento, o più di uno o due amplificatori. (15)

Free Springs CME Church Cemetery, Harmontown, Miss.

Cimitero della Free Springs Christian Methodist Episcopal Church. Se nel primo periodo Sound Machine la modalità del presentarsi elettrico o no dipende dall’aver la strumentazione e/o averla funzionante, precedentemente, nell’epoca del folk-blues revival della fine degli anni 1960, il problema non si pone dato che i produttori vogliono il country bluesman acustico e da solo: è in questo modo che nel 1967 fa le sue prime registrazioni, per George Mitchell (con la chitarra acustica di Mitchell), pubblicate in parte l’anno dopo su Arhoolie e nel 2003 su CD Fat Possum (First Recordings), e che nel 1969 va nel suo primo tour fuori USA (a Montreal, in programma con altri due stregoni, Lightnin’ Hopkins e J.L. Hooker). Sono acustici anche i brani di Mississippi Hill Country Blues (CD Swingmaster, 1987) pur risalenti al 1982, da sessioni a Groningen per l’etichetta olandese di Leo Bruin (Bruin lo registra anche nel 1980).
Nonostante l’imposizione acustica su un musicista che da anni pensa elettrico, e che nel suo ambiente ideale, nel caos dei juke joint o a casa, suona con la corrente anche per farsi sentire, la resa del Burnside acustico nelle due raccolte citate ad esempio (non sono le uniche) pare tutt’altro che forzata e lui sembra a suo agio. Sono episodi in cui si sente, a parte la forte influenza di Fred McDowell (come poi nell’album Too Bad Jim si sente quella di Muddy Waters), un Burnside genuino e significativo al 100%. Con solo la sua voce incantatoria tendente a rompersi suggestivamente sulle note lunghe, e il fingerstyle ipnotico, ronzante, risulta molto più “Mr Wizard” di quanto non sarà nell’album così chiamato del 1997, proponendo per la prima volta su disco alcuni tradizionali del Mississippi del nord che saranno sue pietre miliari, come Jumper on the Line, Skinny Woman (basata su Gravel Road Woman di Yank Rachell, togliendo i cambi di accordi), Poor Black Mattie, Shake ‘Em on Down o Goin’ Down South.

Free Springs CME Church, Harmontown, Miss.

Free Springs CME Church. Passa del tempo anche nel Delta, dove incontra Robert Jr Lockwood e S.B. Williamson II. È in questo periodo che uccide un uomo, forse durante un gioco ai dadi, ed è incarcerato a Parchman Farm, dove sconta solo sei mesi. Un altro album acustico nasce nel 1969 per Adelphi, non pubblicato fino a trent’anni dopo (My Black Name A-Ringin’); le registrazioni del 1975 hanno un destino simile. Continua a lavorare come agricoltore (cotone e soia), pescatore (sul Tallahatchie River, vendendo il suo pescato di porta in porta), e come proprietario di juke joint (ad es. il Brotherhood Sportsmen’s Lodge vicino a Como, e il Burnside Palace) ma negli anni Ottanta comincia a suonare di più, a fare tour in Europa e ad apparire in eventi importanti come grandi fiere, expo e festival blues negli States. Come detto, è però dopo il documentario Deep Blues che acquista notorietà diffusa e comincia a registrare album su base regolare per la neonata Fat Possum, (16) dal 1992 l’outlet del blues del nord del Mississippi (e poi dell’indie rock) che pubblica anche i dischi di Kimbrough, CeDell Davis, Paul ‘Wine’ Jones, Dave Thompson, T-Model Ford, Asie Payton, Scott Dunbar, Robert Belfour, e altri.

Grave of R.L. Burnside, Free Springs CME Church Cemetery, Harmontown, Miss.

“Rural” perché è uno dei diversi nomi di battesimo attribuiti. Lasciati alle spalle gli anni Ottanta in cui il country blues mississippiano vive come ispirazione dei musicisti bianchi sulla scena del blues (e del rock) urbano, il successo di R.L. Burnside ristabilisce il Mississippi come fonte di blues autentico e vivente, e il juke joint il suo imprescindibile cuore pulsante. I primi dischi Fat Possum sono buoni, come Bad Luck City (1994) registrato dal vivo al Syd’s di Oxford nel 1991, con Duwayne e Joseph Burnside alle chitarre e Calvin Jackson alla batteria, ma soprattutto Too Bad Jim (1994), prodotto da Robert Palmer e in parte registrato al Junior’s Place, con Duwayne al basso, Jackson e colui che dal 1971 R.L. considera figlio adottivo, il chitarrista Kenny Brown, formante con il nipote Cedric Burnside un trio con il quale va in tour. (17)

Grave of Alice Mae Burnside, Harmontown, Miss.

Alice Mae Taylor, la seconda moglie. Le prime contaminazioni arrivano via Jon Spencer Blues Explosion, con i quali gira in tour e pubblica A Ass Pocket of Whiskey, intestato a Burnside ma di fatto indirizzato al pubblico della JSBE, e Mr Wizard, registrato nei ritrovi locali come Junior’s Place, Burnside Palace, Jimmy’s Auto Care a Oxford, Lunati Farms, ma anche al Doug Messenger’s a Hollywood, CA.
Dopo questa esperienza di Burnside tra il pubblico del rock contemporaneo, Fat Possum comincia a pubblicare materiale già registrato rimissato dal produttore Tom Rothrock per i fan della musica elettronica e dell’hip-hop, esperimenti che nel caso di Burnside si manifestano soprattutto nel disco Come On In (1998), di cui due tracce vanno nella colonna sonora di The Sopranos. In particolare Let My Baby Ride ha molto successo in radio e sbarca a MTV, mentre Rollin’ & Tumblin’ remix è usata in uno spot Nissan. Non è una direzione musicale di Burnside, che ascolta solo il prodotto finale e se lo fa piacere perché vende e porta gente ai concerti: ha bisogno di guadagnare, con decine tra figli e nipoti da mantenere. (18)

Grave of Mildred Jean Burnside, Harmontown, Miss.

La figlia Mildred Jean Burnside. Seguono Wish I Was in Heaven Sitting Down (2000), disco con loop, scratching e atmosfere soft, con molta varietà di ospiti tra cui alcuni noti e rispettabili musicisti della costa ovest come Rick Holmstrom, Jeff Turmes, Steve Mugallian, Johnny Dyer, Lynwood Slim, Janiva Magness – R.L. canta ma non suona, reduce da un recente intervento al cuore – e A Bothered Mind (2004), che introduce altri campionamenti su materiale pre-registrato, con Kenny Brown e Cedric Burnside insieme a rappers come Lyrics Born e Kid Rock, e Martin ‘Tino’ Gross (quest’ultimo non so come definirlo).
Tuttavia R.L. non può per fortuna ricreare quei suoni dal vivo, la condizione ideale in cui ascoltarlo, e così gli spettatori del Crystal Ballroom in Burnside Street a Portland, Oregon, dove registra Burnside on Burnside nel 2001 con l’allora ventitreenne Cedric Burnside e Kenny Brown, possono averlo in assetto naturale. È significativo che il disco si classifichi ai primi posti su Billboard e che sia nominato al Grammy dopo il successo con i remix. Questi sono anche gli anni in cui escono le sue prime registrazioni Mitchell (2003) e diverse sessioni dai decenni precedenti per altre etichette.

Grave of R.L. Burnside Jr, Harmontown, Mississippi Hills

Il figlio R.L. Burnside Jr. La fama gli porta anche ospitate al talk show Late Night della NBC e nella serie musicale Reverb di HBO, diversi W.C. Handy Award, partecipazione a eventi privati come la festa di compleanno di Richard Gere, documentari e film (Hill Stomp Hollar, You See Me Laughin’). Tuttavia la salute se ne sta andando e dopo un altro attacco cardiaco R.L. smette di bere, ritrovandosi però incapace di suonare.
I problemi di cuore lo portano infine al St Francis Hospital a Memphis, dove muore il 1º settembre 2005 a 78 anni, lasciando una moglie, tredici figli (erano quattordici, ma una scompare prima di lui), trentacinque nipoti e trentadue pronipoti. Aveva chiesto d’esser sepolto qui, vicino alle tombe senza lapide della madre Josie Gardiner e della figlia Sandra K. Burnside.

Grave of Cody Burnside, Harmontown, Mississippi Hills

Courtney Tiwan Jackson aka Cody Burnside, il giovane fratello di Cedric e anche lui musicista, non è l’ultimo scomparso: anche il loro padre Calvin Jackson se n’è andato, nel 2015.

(Fonti: Steve Cheseborough, Blues Traveling, The Holy Sites of Delta Blues, University Press of Mississippi, Jackson, 2009, III ed.; Mississippi Historical Markers; Discografia High Water; Discografia R.L. Burnside; note di David Evans a R.L. Burnside & The Sound Machine, Raw Electric 1979-1980, Inside Sounds, marzo 2001; note di Robert Palmer a R.L. Burnside, Too Bad Jim, Fat Possum/Epitaph, 1994.)


  1. Anche se R.L. Burnside ha una Highway 7 in repertorio, strada che congiunge Holly Springs a Oxford, e la Highway 4 si può considerare un percorso blues, specie tra Holly Springs e Senatobia attraversando le contee Marshall e Tate, principali teatri di azione e di residenza delle famiglie Kimbrough e Burnside, e dove sorgeva il Junior’s Place, queste appartengono solo alla storia locale.[]
  2. Kimbrough e Burnside però a tutt’oggi non ne hanno uno a proprio nome, sono solo segnalati nel marker “Hill Country Blues”, e in altri.[]
  3. Oggi l’edificio funge solo da tribunale. Il centro storico, su Main Street, è rimasto più o meno inalterato da quei tempi.[]
  4. L’Università del Mississippi; il campus nel 1962 fu teatro degli scontri per l’accesso di James Meredith, il suo primo studente nero. L’università ha un Blues Archive a scopo conservazione e ricerca. L’etichetta Fat Possum è stata fondata qui, e dopo aver operato per un periodo a Water Valley è tornata a Oxford.[]
  5. Wall Doxey State Park, e Holly Springs National Forest.[]
  6. Diverse antebellum homes, e siti della Guerra Civile.[]
  7. Figli del noto Jim Dickinson, musicista e produttore molto attivo a Memphis, scomparso nel 2009.[]
  8. Tra l’altro in Mississippi e nel sud in generale, ovunque ci si trovi, in mezzo alla campagna o fermi in una via cittadina, anche quando il posto appare disabitato è molto probabile che qualcuno sbuchi dal nulla e ti rivolga la parola. L’ho notato anche in Texas, Louisiana, e a Helena, AR. Non si tratta di “ganci”, ma di disponibilità, socievolezza, o semplice curiosità non invadente verso qualcuno che si immagina forestiero; in una parola: accoglienza.[]
  9. Mi pare d’aver capito che i fratelli Walker fossero i precedenti proprietari dell’edificio, che era un’officina.[]
  10. Di Chips Moman, 827 Thomas Street, edificio demolito, v. Memphis pt 3.[]
  11. David Evans sente Junior Kimbrough la prima volta nel 1979 in un juke joint a Holly Springs, Ethel’s. Ovviamente impressionato Evans porta (in tempi diversi) Kimbrough, R.L. Burnside e J.M. Hemphill a Memphis a registrare per l’Università del Mississippi su etichetta High Water. Le registrazioni ai tempi sono considerate interessanti dal punto di vista documentaristico per via di uno stile country blues diverso da quello del Delta e poco conosciuto ai tempi, ma non hanno riscontro commerciale.[]
  12. Aggiornamento (2022): rimosso il link. L’intervista era sul sito “Memphis Flyer”, intitolata The search for Junior Kimbrough, ma ora non è più rintracciabile.[]
  13. Cheseborough, pag. 237, v. fonti.[]
  14. Non si sa per cosa stia R.L., un’ipotesi è Robert Lee.[]
  15. Genesi delle tracce. Nel 1978 David Evans ha l’opportunità di iniziare l’etichetta High Water all’Università di Memphis, e il primo progetto sovvenzionato è di registrare artisti blues attivi in Mississippi cercando di ricavarne quattro 45 giri che avrebbero potuto passare per radio o nel jukebox. Evans per uno di questi sceglie Burnside con i Sound Machine, e le prime dodici tracce oggi nel CD Raw Electric sono da sessioni di prova a casa di Burnside nell’agosto 1979, catturate con un registratore stereo Nagra e due microfoni, allo scopo di controllare il repertorio e selezionare il materiale da registrare in seguito. Decide per un mercoledì sera per evitare le distrazioni e la confusione del tipico weekend di casa Burnside, tuttavia i musicisti sono esausti dalla giornata di lavoro e per la maggior parte accusano false partenze, sforzi poco ispirati, interazioni non ben riuscite. Hanno problemi anche con il piazzamento dei microfoni, e così escono solo due brani decenti. Evans comincia a capire che il concetto di prova è a loro estraneo, e che hanno bisogno dello stimolo del pubblico. Decide così di registrarli un sabato sera, arrangiandosi come può tra ballerini e ubriachi, e questa seconda sessione costituisce buona parte del disco. In ottobre li porta in uno studio di Memphis per registrare il 45 giri, noleggiando un basso elettrico, che ai tempi non avevano, ma a quel punto la preparazione precedente si rivela inutile perché non fanno altro che ricreare un tipico set dal vivo, e ad Evans non rimane che scegliere i due brani migliori per il disco. Nello stesso periodo, il ricercatore francese Gerard Herzhaft è impressionato dalla band e contatta Vogue Records per la pubblicazione di un intero LP con i Sound Machine. Evans non ha abbastanza tracce dalla sessione in studio, né ha fondi per tornarvi (prima che costruissero uno studio nel campus universitario), ma pensa che può creare maggior varietà aggiungendo l’armonica di Johnny Woods, vecchio partner di RL. Così Kent Laundre (amico di RL, e colui che spesso gli ripara gli strumenti) porta l’equipaggiamento e i musicisti a casa di Evans a Memphis, sfortunatamente però Woods arriva ubriaco e si impossessa del microfono per quasi tutta la sessione cantando e suonando il suo proprio mondo, estraneo agli altri musicisti. Dopo il suo ritiro, Evans riesce a registrare RL in una sola traccia, e solo con il giovane Duwayne alla batteria. Avendo ancora bisogno di brani per l’album, Evans s’accorda allora con Judy Peiser del Center for Southern Folklore a Memphis per registrarli con il loro mixer a otto canali, nel luglio 1980. L’altra traccia del disco è una ripresa live all’Univ. di Memphis a un simposio sul blues e serie di concerti nell’ambito della pubblicazione dei 45 giri High Water.[]
  16. Fondata da due studenti che seguono le performance di Kimbrough e Burnside da qualche anno, Peter Redvers-Lee, editor della rivista Living Blues, e Matthew Johnson, autore della stessa rivista; quando Lee lascia, subentra Bruce Watson.[]
  17. Cedric sostituisce il padre Calvin Jackson, trasferitosi in Olanda.[]
  18. “Lord knows I could use the money”, la sua risposta a Matthew Johnson la prima volta che gli chiede se vuole fare un disco.[]
Scritto da Sugarbluz // 12 Dicembre 2018
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