Lafayette, Louisiana 2010
New Iberia e Loreauville
New Iberia si trova sotto Lafayette in un’altra contea, l’Iberia Parish, e ci siamo arrivati per caso percorrendo l’Old Spanish Trail (State Highway 182) verso sud, in cerca della sepoltura di Clifton Chenier, a nord-est di New Iberia, Loreauville.
Il Bayou Teche a New Iberia. Attraversa la Louisiana del sud per duecento tortuosi chilometri. Migliaia di anni fa era il corso principale del Mississippi, il quale, per un processo naturale chiamato avulsione comune negli ambienti del delta, ogni mille anni circa cambia percorso.
Per bayou s’intende un fiume a corso lento che scorre in pianura su terreni erbosi e paludosi, e la parola deriva dalla lingua dei nativi Choctaw (bayuk), ma si usa anche in riferimento alla regione, alla tipologia del paesaggio e della vegetazione, il cosiddetto Bayou Country. A New Iberia si trovano molte case coloniali e plantation house visitabili, la più nota è Shadows on the Teche.
L’Iberia Parish simbolizza il southern living, con grandi piantagioni, giardini, viali con querce secolari piegate ad arco, paludi con alberi drappeggiati di spanish moss e pigri bayou che lentamente scorrono accanto a centri storici.
Il Lake Fausse Pointe offre bellissimi panorami dello swamp. È molto grande, e una volta era parte del bacino del fiume Atchafalaya. Il bacino attuale, Grand Lake, è diviso da Fausse Pointe da una strada panoramica che attraversa la lussureggiante contea (parish) di Saint Martin e finisce nel profondo Bayou, dalle parti di Morgan City, al termine del Cajun Country, sopra il delta dell’Atchafalaya. Sotto, albero tipico del Bayou, preso in corsa.
Un altro bel luogo della contea di New Iberia, suggestivo e denso di leggende piratesche e di tesori nascosti, è Jefferson Island, sul Lake Peigneur, dal nome di un attore (Jefferson) che comprò la terra dopo la Guerra Civile. Qui si possono visitare la Joseph Jefferson Mansion e i Rip Van Winkle Gardens.
Al lago Peigneur è avvenuto un incidente assurdo, un cosiddetto man made disaster, causato da un errore di calcolo. Prima del 21 novembre 1980 Peigneur era un lago d’acqua dolce alto tre metri, dopo quel giorno è diventato un lago d’acqua salata profondo sessanta metri.
Quella mattina alcuni operai della Texaco, mentre stavano trivellando il fondo alla ricerca di petrolio, perforarono la parte superiore di una miniera di sale (Diamond Crystal Salt Mine), depositata sotto il lago. Quando l’acqua cominciò a defluire nella caverna, sciogliendo il sale, tutti i lavoratori riuscirono a salvarsi, ma la crepa in espansione ingoiò il lago, la piattaforma, i camion, gli alberi, le strutture, il terreno attorno. Il vortice d’acqua fu così potente che risucchiò undici chiatte sul canale Delcambre, condotto di venti chilometri che va al Golfo del Messico, e la corrente distrusse un rimorchiatore, il cui equipaggio riuscì a fuggire in tempo. Il processo di svuotamento del lago durò tre ore, e alla fine l’afflusso proveniente dal golfo attraverso il canale creò nel cratere una cascata di cinquanta metri, riempiendolo d’acqua salata dell’oceano in due giorni. “Nove delle chiatte affondate spuntarono a galla come tappi di sughero”. (1)
Loreauville, villaggio di campagna con meno di mille abitanti. Sulla targa c’è scritto “Loreauville, Village on the Teche, Est 1871”. Sotto, dintorni di Loreauville, cottage con laghetto in mezzo a campi di sugarcane, quasi pronto per essere tagliato. La zona di New Iberia è piena di piantagioni di canna da zucchero; Clifton Chenier vi lavorò per la raccolta a metà anni 1940, trasferitosi qui da Lake Charles fino al 1947, quando andò a fare il camionista a Port Arthur.
Sotto, lapide di Clifton Chenier, (2) importante innovatore della musica zydeco, nell’All Saints Cemetery, 9502 Harold Landry Road, a nord di Loreauville. Fu la moglie di Lightnin’ Hopkins (cugino di Chenier) a presentarlo a Chris Strachwitz, titolare di Arhoolie. Strachwitz lo convinse a dedicarsi di più allo zydeco, nonostante le reticenze di Chenier che avrebbe preferito registrare R&B (influenzato da Joe Liggins, Louis Jordan, B.B. King, Fats Domino, Ray Charles), anche perché più commerciabile ai tempi; la sua infatuazione R&B sommata al suo attaccamento alle tradizioni musicali creole di famiglia si fuse in una miscela originale che continua a fare scuola.
Probabilmente il disco che lo consacrò come “Re dello Zydeco” fu Bogalusa Boogie, registrato nel 1975. L’album testimonia la Red Hot Louisiana Band nella sua formazione classica, con il fratello Cleveland al rubboard, Paul Senegal alla chitarra, John Hart al sassofono, Joe Brouchet al basso, e Robert St Julien (parlo di St Julien nel link sopra di Chenier e in American Folk Blues Festival 62-66, vol. 2) alla batteria. Tuttavia ciò che avvenne prima, in particolare le incisioni texane, è altrettanto degno e imperdibile. Oggi è il figlio, C.J. Chenier, a girare con la Red Hot Louisiana Band. A Lafayette Clifton Chenier registrava regolarmente per la televisione locale Canale 10 in un programma mattutino, Passe Partout; i filmati sono disponibili su Arhoolie.
Alfa e Omega, il principio e la fine dell’alfabeto greco, indicano la nascita e la morte.
Sotto, il Clifton Chenier Club, 2116 Fernand Crochet Lane, nord-est di Loreauville, circondato da campi di canna da zucchero. Il costruttore tralasciò d’informare Chenier sull’installazione degli spruzzatori automatici d’acqua, regolamentata dal codice per le costruzioni di grandi dimensioni, così le autorità lo fecero chiudere poco dopo la sua inaugurazione. Il costo per renderlo a norma impegnò notevolmente Chenier, che poté riaprirlo solo due anni e mezzo dopo, nel novembre 1987, esibendosi con la sua Red Hot Louisiana Band. Purtroppo cinque settimane più tardi morì al General Hospital di Lafayette, a 62 anni. (3)
Il locale è ancora attivo.
Well I’m standing on the corner of Lafayette / State of Louisiana / Wondering where a city boy could do / To get her in a conversation / Drink a little red wine / Dance to the music of Clifton Chenier / The King of the Bayou
(Paul Simon, That Was Your Mother, Graceland)
La chiesa cattolica di St Joseph, Main Street di Loreauville, nella luce estiva è così bianca che abbaglia. Sul retro c’è un cimitero cattolico tipico della Louisiana, e come in quello di Chenier i cognomi sono tutti francesi. La costruzione risale ai primi anni 1950, e l’area attorno alla chiesa è grande e attrezzata, servendo da centro ricreativo del paese e per il catechismo. Di fronte, memoriale per i residenti uccisi nelle due guerre mondiali, la guerra di Corea e quella del Vietnam.
Loreauville dista da New Iberia una decina di chilometri sulla Route 86. A New Iberia tutti gli anni in settembre, nel periodo di raccolta, si tiene il Sugar Cane Festival, uno dei più importanti festival agricoli dello Stato; la produzione dello zucchero in Louisiana interessa almeno venti contee.
La zona ha dato i natali alla nota salsa Tabasco; la McIlhenny Tabasco Factory si trova sull’interessante Avery Island, grande cupola di sale formata dalla risalita di antichi depositi salini, comuni sotto il terreno dell’area del Delta del Mississippi, rimasti da un piccolo mare esistente circa duecento milioni di anni fa. Oltre alla visita guidata allo stabilimento della nota salsa in bottiglia, l’isola offre un giardino rigoglioso e curato su una splendida oasi naturalistica.
Downtown di New Iberia, sede della contea. Fu chiamata così dagli spagnoli (1779, Nueva Iberia), colonizzata dalle truppe di Bernardo de Gálvez (lo stesso di Galveston, Tx), e alcuni tra i francesi espulsi dal Canada dagli inglesi, gli acadiani, si stabilirono qui portando la loro cultura cajun (v. più sotto).
L’architettura ricorda New Orleans, e il soprannome della città è “Queen of the Teche”.
Molti uragani hanno danneggiato New Iberia. Solo nei primi anni 2000 ci sono stati Lili, Katrina, Rita, Gustav e Ike.
James Lee Burke, di Houston ma cresciuto a New Iberia, ha ambientato qui molte storie del detective Dave Robicheaux, e non è improbabile incontrare l’autore per strada.
Chi ha familiarità con Robicheaux sa che per entrare nel suo mondo basta camminare lungo Main Street, o fermarsi da Victor’s Cafeteria, 109 W Main Street, dove l’ex poliziotto di New Orleans si ristora, mentre per una copia di un libro autografato bisogna andare da Books along the Teche, 106 E Main Street.
I riferimenti letterari in Louisiana sono molti, ma da queste parti il personaggio più spesso evocato è sicuramente Evangeline, dal poema epico Evangeline, a Tale of Acadie di Henry Longfellow, pubblicato nel 1847 e ispirato alla deportazione degli acadiani del 1755.
William Least Heat-Moon, nel suo Blue Highways, a Journey into America, descrive così l’arrivo in città:
Bayouside New Iberia gave a sense of both the new made old and the old made new: contemporary architecture interpreting earlier designs rather than imitating them; a restored Classic Revival mansion, Shadows on the Teche, a society whose members are hundred-year-old live oaks, and the only second century, seven-foot marble statue of the Emperor Hadrian in a savings and loan (…).
La statua del II secolo d.C. dell’imperatore romano Adriano a cui si riferisce era nell’atrio dell’Iberia Bank in St Peter Street, protetta da una teca di vetro. È stata lì per quarant’anni, comprata dalla banca negli anni 1960 per soli tremila dollari. Un paio di anni fa è stata battuta all’asta da Christie’s a New York; il suo valore si aggira sul mezzo milione di dollari.
Lafayette, the Heart of Acadiana
Ho intitolato l’intero articolo “Lafayette” per comodità, (4) ma in realtà la città l’abbiamo vista poco e solo alla sera. Inoltre non abbiamo localizzato un vero e proprio centro (Downtown è comunque attorno ai suoi pochi palazzi alti), è molto estesa e l’automobile è necessaria. Gli altri giri ci hanno portato fuori, e all’unico giorno previsto è rimasto poco.
È situata nella Lafayette Parish nel cuore del Cajun Country. È a sole due ore e mezza da New Orleans, è ricca di storia ed esalta le caratteristiche e i piaceri della Louisiana del sud: la musica, il cibo, la danza, le culture acadiana e creola, i tipici panorami swamp.
Fu il governatore britannico della Nuova Scozia (Canada), nel 1755, a ordinare l’esilio di circa diciottomila coloni cattolici di lingua francese, contrari a giurare fedeltà alla corona britannica. Le comunità fuggirono via mare verso gli Stati Uniti – l’esilio prese il nome di Le Grand Dérangement – e tra i sopravvissuti molti furono attirati in Louisiana, dove a più riprese furono concesse delle terre.
La regione prese il nome di Acadiana, dall’antico nome della Nuova Scozia, e Lafayette fu fondata nel 1821 da un ricco coltivatore di cotone, Jean Mouton (antenato di Marcia Ball), che chiamò la città Vermilionville dal nome del fiume, mutato in Lafayette nel 1884. Non è stato facile per i cajun mantenere la loro lingua e la loro cultura, specialmente dagli anni Trenta del secolo scorso quando grazie alle nuove strade cominciò ad affluire più gente da fuori; forse nei loro confronti non si può parlare di discriminazione, ma di stigmatizzazione sì, soprattutto perché non sapevano parlare inglese. (5)
Una delle risorse più efficaci che i cajun hanno usato per non seppellire le loro tradizioni è stata sicuramente la musica, e oggi non solo la loro cultura è riconosciuta, ma è considerata degna di celebrazione e di richiamo turistico. Il dialetto franco-cajun è quasi un vezzo, e il francese è insegnato alle elementari insieme all’inglese. Espressioni come c’est tout, joie de vivre, allons, lagniappe, bon appetit, frottoir e altre, sono abbastanza comuni e usate anche al di fuori della regione acadiana, come a New Orleans ad esempio, dove le tradizioni creole sono più forti di quelle cajun.
Appena arrivati pensiamo bene di visitare uno dei tre ristoranti più rinomati localmente, Prejean’s, 3480 NE Evangeline Thruway (I-49). La lunghissima Evangeline Thruway sembra essere la via di scorrimento più importante, e la maggior parte delle attrazioni sono su questa direttiva o nelle sue prossimità.
L’alligatore imbalsamato sopra la vetrina dei premi è Big Al. Qui si mangia molto bene, ed è la prima volta che negli Stati Uniti vedo dei dolci delicati tipo i nostri; per gli americani di altri stati venire in Louisiana è un po’ come andare in Europa. Ho ordinato la specialità della casa, il loro gumbo tre volte premiato.
Se si amano i gamberi è il posto giusto: mucchi di crawfish bolliti ancora fumanti (per me impressionanti), gumbo di gamberi e gamberetti étouffée, ma anche ostriche, catfish e alligatore, oltre al più comune pollo, presente ovunque; il bello di questi posti, comunque, è che c’è musica con vivaci gruppi cajun tutte le sere. All’interno c’è un piccolo negozio di souvenir, e il Bayou riprodotto sulla parete.
Un altro ristorante storico cajun, con sala da ballo e musica dal vivo, è Mulate’s, 325 West Mills Avenue, fuori Lafayette, a Breaux Bridge, cittadina conosciuta come “Crawfish Capital of the World” in cui converrebbe fermarsi in ogni caso ma soprattutto in maggio quando c’è il Breaux Bridge Crawfish Festival. Stravaganza e intrattenimento, con lezioni di danza cajun e zydeco, gare di corsa di gamberi, una regina dei gamberi e una gara a chi, in 45 minuti, mangia più gamberi bolliti. Il record è di circa diciotto chili e non è roba per deboli di stomaco, e intendo non solo farla ma anche vederla. Naturalmente gli ospiti musicali sono tantissimi.
La sfortuna di stare a Lafayette solo un giorno è stata doppia perché era lunedì, quando sembra che tutta la città chiuda alle nove di sera e il motto laissez les bons temps rouler rimandato al giorno dopo. Pensavo, infatti, di rifarmi con la joie de vivre di Randol’s, 2320 Kaliste Saloom Rd, altro rinomato ristorante cajun con sala da ballo molto grande, ma quando siamo arrivati alle nove e mezzo stava chiudendo, come ci hanno detto due coppie di cadien che vagavano instabili e allegri nel parcheggio, ebbri di vino e di fais-do-do e two-step. Non è facile da trovare perché l’entrata (appannata dall’umidità), pur appariscente, è un po’ nascosta.
Meno rustico e più alla moda di questi c’è il Café Vermilionville, 1304 West Pinhook Rd, in una proprietà di duecento anni inserita nel registro nazionale dei luoghi storici. Sul loro sito c’è scritto: “Se potesse parlare, quanti drammatici eventi avrebbe da raccontare!”
Enola, sorella dello chef più famoso di New Orleans, Paul Prudhomme, ha il suo Enola Prudhomme’s Cajun Café al 4676 di Evangeline Thruway. Ero però più interessata ad altri due luoghi, tra i pochi di Lafayette in cui si suona (o suonava) lo zydeco e il blues, purtroppo pure questi chiusi.
Uno è il locale di Sid Williams, fratello di Nathan, uno dei migliori eredi di Chenier, El Sid O’s, 1523 Martin Luther King Drive (all’incrocio con St Antoine Street).
Meglio andarci di venerdì, quando Nathan Williams suona con i suoi Zydeco Cha-Chas, ma generalmente la qualità è ottima perché Nathan porta al fratello le band migliori, come Buckwheat Zydeco.
L’altro è Hamilton’s Place, 1808 Verot School Road, storico juke joint afroamericano del 1956 passato dal padre al figlio, in cui hanno suonato Clifton Chenier, Rockin’ Dopsie, e tanti altri. Con la vecchia gestione ha chiuso nel giugno 2005 dopo quasi cinquant’anni. Diverse le cause, come il costo della licenza per vendere liquori e le (giuste) leggi restrittive per la guida in stato di ebbrezza, troppo per una clientela scarsa e per un proprietario vecchio e malato. Lo zydeco e il blues qui non sono apprezzati dai giovani, né sostenuti come il cajun. Tuttavia è possibile che qualcuno lo abbia riaperto perché quel foglio attaccato alla porta non sembra essere lì da tanto tempo.
Un altro famoso locale zydeco della zona è del fisarmonicista Roy Carrier, padre di Chubby Carrier. Al 322 Perry Drive a Lawtell, poco fuori Opelousas, è l’Off Shore Lounge, chiamato così da Roy quando lo acquistò nel 1981 perché ancora lavorava al largo, su una piattaforma per l’estrazione del petrolio nel Golfo del Messico: sette giorni di lavoro in mezzo al mare, sette giorni di musica sulla terra, così per sedici anni. Roy Carrier purtroppo è scomparso nel maggio 2010; moglie ed eredi stanno cercando di mantenere aperto il locale.
Per alloggiare in una costruzione di legno stile honky-tonk del vecchio west (o bordello di New Orleans), c’è il Blue Moon Guest House & Saloon, 215 E Convent Street. La Guest House al piano inferiore è un ostello, mentre al piano superiore ci sono quattro camere, e tutto è come in una casa privata, tranne che non c’è nulla di privato. C’è anche un pianoforte; volendo si può contrattare e affittare l’intera casetta. Il Saloon invece è il retro della Guest House, il back porch, con musica dal vivo dal mercoledì alla domenica.
Per i dischi e gli strumenti c’è il negozio a Eunice del musicista Marc Savoy, il Savoy’s Music Center, qualche chilometro a ovest di Eunice sulla Highway 190. È una roccaforte cajun, con jam session al sabato mattina che terminano mangiando il cibo portato dai frequentatori; quasi tutti suonano, ma naturalmente si può anche solo ascoltare.
Il Vermilionville, 1600 Surrey Street, è un museo di storia vivente sulla sponda del Bayou Vermilion, nella foresta di Beaver Park. È una specie di villaggio cajun ricostruito, con attori in costume, e l’Acadian Village, 200 Greenleaf Drive, è più o meno la stessa cosa, solo più piccolo e un po’ più lontano. Se si desidera alloggiare in un luogo meno asettico di un motel e più caratteristico ci sono diversi B&B, qualcuno a conduzione familiare e con colazione Oh La La (che si può interpretare come “generosa”), come T’Frere’s Bed & Breakfast, Bois des Chênes Inn, A’ Auberge Creole, A La Maison de Repos.
Ramah, campagna nella Iberville Parish, nel Plantation Country. A sud di qua è tutto Bayou.
Vita bucolica tra Ramah e Maringouin
Sulla I-10 verso Baton Rouge sovrastando l’Atchafalaya River. È il fiume più grosso da queste parti dopo il Mississippi.
In alcuni punti i viadotti sono molto alti e la vista è panoramica; lo swamp è tutto intorno.
Wetlands a perdita d’occhio
Il tragitto più spettacolare sulla I-10 da Lafayette a Baton Rouge va circa da Henderson a Ramah
Da Henderson prendendo Levee Road verso sud s’attraversa lo swamp del vasto bacino dell’Atchafalaya, fino all’Attakapas Wildlife Management Area, contea di St Martin, e ancora giù, fino alla zona dei laghi e dell’Intercoastal Waterway.
Dalle parti di Ramah, vegetazione tipica del Bayou.
Il kudzu, vite particolarmente infestante e aggressiva, cresce con velocità impressionante.
Fu importata dal Giappone ai primi del secolo scorso per contrastare l’erosione, grazie alla capacità di creare una fitta rete di radici nel sottosuolo. Le foglie avviluppano gli alberi e ogni cosa lasciata lì.
L’habitat preferito dai coccodrilli. Ci aspettavamo di vederne sbucare uno da un momento all’altro.
Poco più a sud di qui c’è Plaquemine, cittadina su un’ansa del Mississippi citata da Randy Newman in Louisiana 1927.
The river rose all day
The river rose all night
Some people got lost in the flood
Some people got away alright
The river has busted through
Clear down to Plaquemine
Six feet of water
In the streets of Evangeline
Louisiana, Louisiana
They're tyrin' to wash us away
They're tryin' to wash us away
President Coolidge came down
In a railroad train
With a little fat man
With a notepad in his hand
The President say "Little fat man,
Isn't it a shame what the river has done
To this poor cracker's land?"
(Randy Newman, Louisiana 1927)
- Fonte: Lake Peigneur: the Swirling Vortex of Doom.[↩]
- Immagine fornita dal sito The Vinyl World, v. link nelle note a pié di pagina.[↩]
- Fonte per il locale di Chenier: Don Howland, Zydeco, su SPIN [rivista], Vol. 3, nº 10, marzo 1988.[↩]
- Aggiornamento: in effetti l’Iberia Parish dal 2013 è tra le cinque contee che compongono la Lafayette Metropolitan Area.[↩]
- Fonte: Richard Knight, The Blues Highway, FBE Edizioni (MI), 2007, pag. 69.[↩]
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