Mojave Desert & Death Valley, California 1987
Il deserto del Mojave s’estende soprattutto nella California e nel Nevada del sud, in parte minore in Utah e Arizona. Offre sempre un bello spettacolo, e percorsi con viste sceniche. È piuttosto montagnoso, tranne l’area della Death Valley che è la più bassa (e calda) degli Stati Uniti. Nella piana desertica, tra i ciuffi d’erba, si intravedono anche da lontano le riconoscibili braccia tozze e cespugliose dei Joshua tree; conviene ammirare questa pianta caratteristica propria del Mojave che si trova solo in questo ecosistema, e naturalmente nel Joshua Tree National Park, più a sud a circa due-tre ore di macchina, alla confluenza del deserto del Mojave con quello del Colorado.
Andando verso la Death Valley da sud sulla Highway 127 s’incontra il Shoshone Village, museo a cielo aperto (e no) negli antichi territori indiani nella Inyo County, con il caratteristico Crowbar Cafe capitato per necessità di ristoro, ma poi scoperto come luogo storico, risalente agli anni 1930. Oggi c’è ancora, meno scarno, restaurato e aggiornato. Anche la zona della pompa di benzina è stata rimessa a nuovo; è ancora attraente e con sul davanti un’automobile datata, ma preferisco com’era allora. Hanno poi aggiunto altri reperti e delle targhe evidenziandone il valore storico e quindi l’attrattiva turistica (c’è anche un motel), specialmente per i passanti diretti alla Death Valley, che qui hanno anche occasione di far rifornimento d’acqua, necessaria nella Valle della morte.
Shoshone (pr.: scioscioni), piccolo centro minerario fondato nel 1910 e in cui passava la ferrovia, è in definitiva una ghost town fatta resuscitare per la sua attrazione paesaggistica e storica, e oltre alle cose già dette ha anche l’ufficio postale, un market e l’ufficio dello sceriffo; quest’ultimo all’epoca era l’ufficio informazioni della Death Valley.
A circa mezzo miglio da lì, direzione sud-est sulla Highway 178, ai margini della piana alluvionale formata dal fiume Amargosa, c’è una grande costruzione ricavata dalla roccia argillosa, chiamata Castle in Clay, circondata da una serie di piccoli rifugi scavati nella roccia, costruiti forse dai minatori. Ce ne sono di simili anche a Shoshone, nel luogo chiamato Dublin Gulch. Ma noi tutto questo non lo sapevamo e non ci siamo andati.
Sulla strada abbiamo incontrato degli asini affamati, pronti ad addentare qualsiasi cosa gli balenasse davanti, tipo i nostri vestiti. Da Shoshone passando per la comunità spettrale di Death Valley Junction, i cui abitanti si contano su una o due mani, si arriva alle badlands: forse la rappresentazione della morte più affascinante che ci sia, con la temperatura (diurna) più calda degli Stati Uniti: 45 centigradi di media, con picchi oltre i 50; quando siamo andati noi s’aggirava su quest’ultima cifra. A Zabriskie Point, allucinazioni non artificiali e un caldo così secco da sentirsi l’odore di bruciato sulla pelle. Purtroppo sono stata un po’ male per il caldo e mi sono persa Dante’s View, altro punto panoramico in grado di regalare forti emozioni e una vista mozzafiato anche perché sopraelevato.
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