Summer Jamboree 2013 – Atto finale

Rotonda a mare, storico simbolo di Senigallia. Nell’ultimo weekend del Summer Jamboree si sono concentrati gli avvenimenti. Venerdì sera dopo l’ultimo concerto (The Paladins) e la consueta attività dei dj R&B / rock ‘n’ roll in Piazza Simoncelli, al posto della nottata di ballo alla Rotonda c’è stato uno spettacolo di burlesque musicato da Little Victor con accompagnamento della band strumentale nostrana Benny and the Cats al Mamamia Club.
Sabato mattina e pomeriggio dance camp alla Rotonda, seguito da stage di burlesque al Senbhotel e da sfilata di auto americane d’epoca nella suddetta piazza. La serata di sabato al palco centrale è considerata la più importante e questo aspetto comporta, per l’aumento dell’affluenza di turisti e famiglie, uno spettacolo generalista, pur sempre ispirato alla musica della metà del secolo scorso.

Meglio ciò che è avvenuto prima sugli altri palchi, tipo questa band dalla Croazia, Billie & The Kids.

A parte Ana Klabucar (Billie), la cantante, riporto i nomi degli altri componenti senza sapere se sono effettivamente loro; Berislav Antica, piano, Vedran Zanko, chitarra, Ozren Znidaric e Jerko Valdevit, sax tenori, Andrej Henigman, sax baritono, Branimir Njikos, batteria e Jurica Stelma, contrabbasso.

Peccato averli sentiti poco tempo per non perdere un’altra band in contemporanea che poi, non ci avevo pensato, avrei potuto vedere nel loro secondo set ottenendo così di sentirle entrambe per intero e riservandomi solo la parte finale del polpettone al Foro.

Come aspetto ricorda un po’ LaVern Baker

S’ispira lì, come da Big Maybelle (I’ve Got a Feeling), Ruth Brown (I Wanna Do More), o rarità come Varetta Dillard (Scorched).

Voce sufficientemente graffiante; ben fatto anche l’accompagnamento. Le sonorità non mancano di quella componente sufficientemente sporca e mordace da renderle credibili.

Tre ceffi a caso

Scova l’intruso

Speakeasies’ Swing Band dalla Grecia. Anche in questo caso riporto i nomi senza poter appurare se sono tutti giusti, a parte la cantante Caterina Sisinni: Stergios Koias, batteria, Giannis Ntalianis, chitarra acustica, Panos Voulgarakis, contrabbasso.

Panos Karnoutsos

Ilias Gkirmpas, clarinetto e sax, Manolis Stamatiadis, piano (più sotto).

La cantante ha stile più jazz che R&B, ma con approccio personale e non eccessivamente impostato. Tutti hanno un ottimo livello strumentale e offrono sonorità primo jazz, rag, swing acustico.

L’apporto elettrico è minimalista, e il materiale rimanda comunque ai primi decenni del secolo scorso più che agli anni del secondo dopoguerra, diciamo tra l’epoca del Proibizionismo e l’Era Swing.

L’atteggiamento sbarazzino della cantante e il suo timbro di voce sono complemento a una musica che nasce strumentale e che, con volumi non adatti alle grandi platee, rende anche nel segno dell’intrattenimento. In questo senso il West Side Stage è perfetto.

Una piccola orchestra, e un piacere sentire da vicino il chitarrista e il batterista.

Impeccabili anche il contrabbasso e il clarinetto, quest’ultimo aggiunge sapore jazz tradizionale di New Orleans.

Il nome del gruppo s’appella ai club notturni ai tempi del Proibizionismo statunitense, ma nella loro musica sono presenti anche tradizioni europee. La questione ritmica è fondamentale, ben gestita da batteria e contrabbasso, ma la chitarra acustica e i tasti aggiungono carattere e spessore.

Bravi anche nel tango, e la provenienza dalla Grecia favorisce l’affondo nella cultura popolare musical-poetica del Mediterraneo con influenze arabe, dalla rebetika alla musica gitana.

Caterina s’esibisce con voce deliziosa anche in Parla più piano di Nino Rota, love theme del Padrino in versione swing, con pronuncia e accenti corretti, confermando che i greci conoscono bene l’italiano.

Falce di luna

Ancora quei due fatti e accoppiati da Dio

Anche questi sono sempre loro, sempre sulla mia stessa strada.

Il dj Elwood sembra un maggiordomo

Manifesto per Duane Eddy, esibitosi nella serata inaugurale del Summer Jamboree.


L’Abbey Town Jump Orchestra diretta da Kyle Gregory non mi ha convinto, e sicuramente non coinvolto.

Soprattutto per l’approccio da sabato sera televisivo a cui ho accennato all’inizio, nel suono e nel repertorio.

Lo spettacolo in generale è stato un po’ pesante, e non l’ho retto tutto.

L’occasione riporta sul palco alcuni dei cantanti che si sono esibiti durante la settimana, come Robbie D., The Ranch Girls, Billie, Caterina Sisinni, Miss T, gli Acappella Swingers, Dionna Del Monte e tanti altri, accompagnati dall’orchestra.

Metto le Ladyvette a rappresentanza di tutti loro, tra cui anche Charlie Thompson che poi, finito il concertone al Foro, s’è esibito a tarda notte alla rotonda con i Good Fellas, house band del Summer Jamboree.

La formula del “tutti sul palco a turno”, pur valida in qualche caso, risulta nel complesso disomogenea e pesante per la sua lunghezza, soprattutto per chi ha visto anche i concerti del giorno. Inoltre, se durante la settimana la piazza e i locali del centro sono abbastanza vivibili, al sabato la massa di gente s’ingrossa notevolmente rendendo difficoltoso sedersi, ordinare da bere o anche solo muoversi: claustrofobico.

Da evitare se non si sopporta a lungo la folla, a meno che sul palco non ci sia qualcosa d’interessante ovviamente, oppure si sia freschi.

A sinistra, i Portici Ercolani.

Fiume Misa

Al prossimo anno (forse).
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