Articoli in riferimento a: ballad

Impossibile dare in poche righe una precisa definizione di ballad date le sue antiche origini, le sue diverse forme (strutturali, musicali, di genere, ecc.) nelle stesse e nelle diverse epoche, e la sua potenziale esistenza in qualsiasi angolo di mondo o periodo storico; qua va da sé che i riferimenti sono relativi alla musica nordamericana dei secoli XIX e XX. In questo comunque vasto campo, s’intende quindi come un’eredità europea confluita soprattutto in espressioni popolari americane come folk, blues, country, old-time music (forma ballad più tradizionale) poi naturalmente usata anche nel soul, nel jazz, nel rock (forma ballad più moderna).
Abbiamo sia la foggia più semplice e di tipo sentimentale, dall’andamento lento, più moderna (anche nel senso che è quella in cui oggi si vede maggiormente, e nei generi più “in voga” quindi anche nella musica commerciale, opportunamente pompata), che quella narrativa e/o poetica più complessa derivata in particolare dalla tradizione inglese e irlandese, che può anche avere carattere vivace o accompagnare balli (da qui il nome “ballata”), pur quando il testo suggerisce tutt’altro.
Le ballate, al di là di tutti gli altri aspetti, si suddividono in macro-categorie: ballate per bambini, ballate sentimentali, ballate letterarie (o ballate liriche), di cronaca (broadside, risalenti all’invenzione della stampa), di guerra, di leggende, di marinai, e così via. C’è poi tutto quel filone di cowboy songs, work songs, frontier songs, e altri ambiti e situazioni tipicamente americane, che può includere forme ballad. 

Mariano De Simone, Doo-dah! Doo-dah!

Mariano De Simone – Doo-dah! Doo-dah!

Il titolo riprende il ritornello di un famoso brano dell’Ottocento, Camptown Races, del padre della popular music nordamericana, Stephen Foster (lo stesso di Oh! Susanna), ed è esemplificativo del contenuto di questo testo incentrato...