Henry Franklin Smith (1904-1991), detto ‘Buster’ Smith, seminale altosassofonista, autore, sessionman, bandleader e arrangiatore texano, associato con virtualmente ogni importante orchestra proveniente da Dallas, Oklahoma City o Kansas City, MO. Membro dei Blue Devils, della Bennie Moten’s Orchestra e della Count Basie Orchestra (v. la storia breve di queste big band nell’articolo sotto su Jimmy Rushing). Più di un mentore per Charlie Parker: quasi un padre e di grande influenza su di lui; maestro anche per T-Bone Walker, Charlie Christian, Red Garland.
Inizia con il piano e l’organo, passa al clarinetto nella tarda adolescenza, ma suona anche la chitarra. Circa nel 1922 comincia a lavorare nel trio Voddie White al sassofono alto, e nei medicine show. Suona con molte band a Dallas, poi va a Oklahoma City nel 1925 come membro dei Blue Devils (allora guidati dal trombonista Emir ‘Bucket’ Coleman) invitato da Oran ‘Hot Lips’ Page. Vi stazionerà con Lester Young, Count Basie e Jimmy Rushing, rimanendovi sotto la guida di Walter Page, anche come compositore, fino alla fine del 1933; la prima registrazione è con loro, nel 1929, a Kansas City.
A Kansas City dal 1933 al 1935 s’unisce alla Bennie Moten’s Orchestra, la big band del sudovest più importante e incubatrice di quella che sarà la Count Basie Orchestra. Scomparso Bennie Moten, per un po’ (1935) lui e gli altri sono con il fratello di Bennie, Ira ‘Buster’ Moten, poi insieme a Basie guida The Barons of Rhythm (aka Buster Smith-Count Basie Band of Rhythm), con base al Reno Club a Kansas City, che poi appunto diventa l’orchestra di Count Basie. Il noto One O’Clock Jump, attribuito a Basie, è di Eddie Durham e Buster Smith.
Smith, per ottenere un suono più forte e tornito, utilizza nel suo sax contralto un’ancia per tenore; Lester Young, anche lui nell’orchestra, segue la sua idea usando un’ancia per baritono sul suo sax tenore (il risultato sarà successivamente etichettato come Texas Sax Sound).
Successivamente guida una propria band, lascia Kansas City alla fine del 1936. Di nuovo con Count Basie (che s’è trasferito a New York City) come arrangiatore, lavora per un po’ con Andy Kirk, quindi torna a Kansas City per dirigere la propria band. Lavora con il trombettista Dee ‘Prince’ Stewart all’inizio del 1938, poi dall’estate del 1938 la sua band è di casa al The Antler’s Club, Kansas City, con Jay McShann, e un Charlie Parker diciassettenne.
Lascia Kansas City nel settembre 1938, si trasferisce anche lui a New York ed è arrangiatore per Gene Krupa e Hot Lips Page, e nei concerti suona anche il clarinetto. È a capo di una band in Virginia brevemente nel 1939, poi registra a NYC nel 1939 con Don Redman & His Orchestra e con Pete Johnson & His Boogie Woogie Boys, e ancora nel 1940, sempre nella Grande Mela, con Don Redman, Hot Lips Page, Eddie Durhan & His Band.
Nel 1941 (a NYC), è in studio con Bon Bon & His Buddies (di ‘Bon Bon’ Funnell, con Eddie Durham, Joe Thomas, e altri), con Boone’s Jumping Jacks (di Chester Boone), l’anno dopo con Snub Mosley. Torna a Kansas City nel 1942, la sua band suona a lungo al Club Shangrila, poi a un certo punto rincasa a Dallas e smette di andare in tour, rimanendo però attivo sulla scena locale, scrivendo, arrangiando, suonando spesso e insegnando a molti giovani musicisti texani dell’area di Dallas (v. all’inizio).
Nel 1951 esce un singolo a nome di Buster Smith registrato a Dallas per Torch Records (Torch 6900), e nel 1953 un altro, forse registrato a Memphis, a nome di Buster Smith & Orchestra, per Meteor (Meteor 5010). Registra il suo unico album da solista (come Buster Smith & His Orchestra) nel 1959, in un’unica sessione a Fort Worth, con sette brani per Atlantic Records pubblicati nel disco The Legendary Buster Smith (da avere, però non all’altezza delle aspettative, e non nello stile di Kansas City. È al sax alto, ma in una traccia, Late Late, è alla chitarra). Negli anni 1960 è coinvolto in un incidente stradale e ferito a tal punto da non poter più suonare il sassofono. Comincia così a suonare il basso, guidando una band fino al 1980.
L’unica altra volta documentata in cui Buster Smith appare in studio è alla fine degli anni 1980 per Zuzu Bollin, come arrangiatore della sezione fiati, nel disco recensito sotto.