Articoli in riferimento a: Chess Records

Celebre e influente etichetta discografica indie di Chicago fondata dai fratelli polacchi Phil e Leonard Chess nel 1950. Nel 1947 i due acquistarono la neonata Aristocrat Records, fondata da Evelyn Aron con il marito Charles, rinominandola Chess nel 1950. Agli inizi fu guidata esclusivamente dai fratelli; Phil gestiva gli uffici dell’Aristocrat/Chess e il nightclub precedentemente aperto dai due nel South Side (che li aiutò molto a sondare le preferenze dei clienti afroamericani), Leonard agiva da talent scout e produttore, occupandosi anche di distribuire di persona i nuovi dischi ai dj delle radio nell’area chicagoana.
Per soddisfare i gusti del pubblico afroamericano Chess fin da subito si caratterizzò privilegiando il nuovo blues urbano e il rhythm and blues, materiale grazie al quale è diventata importante ed è passata alla storia, in stretta relazione con lo sviluppo del blues di Chicago avendo avuto prima o poi in scuderia o in catalogo virtualmente tutti gli artisti blues del momento sull’asse Mississippi/Chicago (o più genericamente sud/Chicago), che fossero appena arrivati in città in cerca di fortuna o mandati su nastro registrato a Memphis da Sam Phillips, oppure musicisti già noti come Sonny Boy Williamson II ed ex-Bluebird come Robert Nighthawk, Robert Jr Lockwood, Memphis Slim, Big Bill Broonzy, Washboard Sam, e una Memphis Minnie in cerca di rilancio. Bisogna specificare che è soprattutto al materiale degli anni 1950, e quindi alla discografia blues, a cui ci si riferisce (o ci si dovrebbe riferire) quando si sentono generici appelli al tipico “Chess sound”.
Fu Nighthawk in una sua sessione del 1948 a introdurre Willie Dixon, contrabbassista e autore che sarà una colonna portante delle sessioni blues della nuova etichetta, lanciata nel 1950 con un disco di Gene Ammons, seguito da Muddy Waters che aveva già registrato per Aristocrat (come Ammons), musicista strettamente legato a Chess non solo per esservi stato fin dall’inizio e per il suo ruolo artistico, epitome del Chicago blues elettrico, ma anche per il rapporto con Leonard Chess. Poco dopo Jimmy Rogers, che come solista debuttò nell’estate dello stesso anno.
Nel 1951 Chess fece un accordo con Sam Phillips di Sun Records affinché questi l’aiutasse a trovare e a registrare nuovi artisti blues e R&B al sud. La registrazione che ebbe più successo tra quelle che Phillips fece per Chess fu epocale: Rocket 88 di Jackie Brenston and His Delta Cats (vale a dire Ike Turner’s Kings of Rhythm), primordiale boogie-rock che raggiunse i primi posti della classifica R&B di Billboard e fu di grande influenza sulla nascita del rock ‘n’ roll. Un artista importante invece di cui Phillips mandò dapprima le registrazioni e che dopo poco cedette a Chess fu Howlin’ Wolf; c’era ancora lo zampino di Ike Turner, al piano sul primo Chess di Wolf prodotto da Phillips (How Many More Years / Moanin’ at Midnight), 78 giri di successo del 1951; un paio d’anni dopo Wolf lasciò Memphis per Chicago. Altre registrazioni di Phillips per Chess furono di Rosco Gordon, Rufus Thomas, Doctor Ross, Joe Hill Louis, Bobby Bland.
Chess pubblicò anche doo-wop, in voga negli anni 1950, in seguito anche gospel e, seguendo le nuove tendenze, soul, rock ‘n’ roll, jazz. Per eludere la regola radiofonica che impediva di andare oltre un certo numero di dischi suonati di una stessa etichetta, Chess fondò sussidiarie come Checker (1952) e Argo/Cadet (1956, per il jazz).
Fu di grande ispirazione per i giovani musicisti inglesi (Stones, Beatles, Yardbirds, Animals…) e americani della stessa generazione attraverso i dischi, oltre i già detti, di Bo Diddley, Chuck Berry, Little Walter, Buddy Guy, J.B. Lenoir, John Lee Hooker, Big Walter Horton, Elmore James, Otis Rush. Altri artisti Chess di successo furono Lowell Fulson, Eddie Boyd, Otis Spann, John Brim, Solomon Burke, Denise LaSalle, Willie Mabon, Percy Mayfield, Big Maybelle, The Moonglows, negli anni 1960 Etta James, Fontella Bass, Koko Taylor, Little Milton, Laura Lee, Tommy Tucker.

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