Congo Square è una piazza, oggi inserita nel Louis Armstrong Park, nel quartiere Tremé di New Orleans, a nord del French Quarter, la cui storia è stata fondamentale nello sviluppo della musica degli schiavi africani e degli afroamericani negli Stati Uniti.
Mentre nelle colonie britanniche e negli stati a religione protestante furono soppressi il linguaggio, la musica e le tradizioni africane, i creoli della Louisiana (i discendenti dei coloni abitanti lo stato) non erano così desiderosi di far assimilare agli africani la loro cultura, ed erano quindi permessi il cibo, il linguaggio, le tradizioni, le religioni, la musica e gli strumenti tradizionali degli schiavi e delle persone libere di colore.
Gli americani, dopo l’acquisto della Louisiana dalla Francia da parte degli Stati Uniti (1803) mantennero il Code Noir, istituito dai francesi nel 1724 e seguito dai coloni cattolici francesi e spagnoli. Il Code Noir dava agli schiavi la domenica come giorno di riposo, imponeva regole meno stringenti, non costringeva alla cristianità e lasciava che si manifestasse la propria cultura, compresa la musica. La guida spagnola della Louisiana dal 1763 al 1802 incluse nel Codice anche la possibilità di fare mercato, vendere o scambiare merci. Nonostante ciò non c’era nessuna legge che desse diritto agli schiavi di radunarsi, ma questi si incontravano comunque in luoghi pubblici appartati, ad esempio lungo gli argini, per cantare, ballare ed eseguire cerimonie religiose come quelle del voodoo.
Nel 1817 il sindaco di New Orleans emanò un’ordinanza cittadina per limitare qualsiasi raduno di schiavi tranne che nell’unico luogo consentito, Congo Square (anche chiamata Place des Negres, Place Congo, Place Publique o Circus Square), grande piazza situata oltre i ramparts (le mura) che una volta circondavano la città originale (il quartiere francese). Qui gli schiavi e la free people of color potevano incontrarsi, cantare, ballare, suonare, allestire un mercato con i loro prodotti: nonostante l’evento fosse controllato dalle autorità era tuttavia vissuto in piena libertà (anche nell’abbigliamento), ancor più comparandolo con la realtà di altre regioni nel sud. Questi incontri domenicali divennero noti anche ai visitatori esterni per la potenza, la ricchezza e i ritmi frenetici delle danze e delle musiche non solo degli africani-americani,* ma anche dei nuovi schiavi africani, dei rifugiati haitiani e di altri creoli giunti a migliaia nei primi anni dell’Ottocento dopo la rivoluzione haitiana.
Canti, danze e ritmi di bamboula, calinda, juba, congo, carabine, habanera, di cui ancora oggi si possono trovare tracce nelle parate degli indiani del Mardi Gras, nelle second-line e nei funerali di New Orleans. Come ho scritto nell’articolo “New Orleans 2010, pt 2”, se Storyville fu il luogo ove il jazz si esercitò e si sviluppò, Congo Square è dove ne fu depositato per la prima volta l’embrione.
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* Qui uso “africani-americani” non nel senso di popolo come s’intende oggi (allora infatti non erano riconosciuti come tale ed erano solo “schiavi”), ma nel senso di schiavi africani di fatto naturalizzati americani e quindi con un bagaglio culturale già diverso rispetto a quello di schiavi provenienti da altri paesi; per distinguerli quindi da ciò che segue e dare rilievo all’ulteriore mescolanza di culture e tradizioni che ha prodotto la musica di New Orleans.