Articoli in riferimento a: Count Basie
William James Basie (1904-1984), ovvero Count Basie, pianista, organista, compositore, bandleader, tra gli originatori dello stile jazz di Kansas City, protagonista dell’era Swing e delle big band con la sua piccola e agile orchestra di nove elementi dallo stile informale e flessibile basato soprattutto su head arrangements.
Nativo di Red Bank nel New Jersey, imparò a suonare il pianoforte da sua madre. A 16 anni si trasferì a New York dove venne a contatto con i musicisti della scena di Harlem, come Sonny Greer (che veniva dalle sue parti), e i grandi pianisti stride James P. Johnson e Willie ‘The Lion’ Smith, quest’ultimo lo aiutò ad affinare la tecnica pianistica. Si fece le ossa girando gli States con gli spettacoli vaudeville del duro circuito TOBA e di altre associazioni, toccando città musicali come St Louis, New Orleans, Chicago, Kansas City e avendo l’opportunità di conoscere molti musicisti; prima dei vent’anni aveva già acquisito una notevole esperienza.
Di nuovo a New York fu istruito all’organo da Fats Waller. Nel 1927/1928 avvenne quel contatto con l’Ovest che determinò la sua carriera futura: a Tulsa, Oklahoma, udì Walter Page e i suoi Blue Devils, una delle prime big band e tra le più note territory band, dove cantava Jimmy Rushing, e s’unì a loro qualche mese dopo a Kansas City. Per la storia di Count Basie con i Blue Devils, con l’orchestra di Bennie Moten fino alla (e dopo la) formazione della Count Basie Orchestra, sui componenti e sullo stile, vedere l’articolo sotto dedicato a Jimmy Rushing, che attraversò questa epopea insieme a Basie (vedi anche Buster Smith).
Oltre a inaugurare un modello di concezione ritmica che ha fatto scuola, la cui perfezione si compì con l’aggiunta dell’esemplare chitarrista Freddie Green, articolandosi con la maestria del batterista Jo Jones e l’innovazione del contrabbassista Walter Page (il quarto elemento ritmico è Basie con il suo pianismo minimalista fondato sull’uso del silenzio, di pochi passaggi solistici e di una quantità minima di note per il massimo effetto), ricordo qui brevemente un’altra caratteristica propria dell’orchestra di Basie e cioè il ruolo di primo piano dato al solismo e i solisti di primo piano che lo hanno magnificato (nel periodo “Old Testament”), il tenorsassofonista Lester Young su tutti, ma anche Herschel Evans, i trombettisti ‘Hot Lips’ Page, Buck Clayton e Harry ‘Sweets’ Edison, i trombonisti Bennie Morton e Dicky Wells, l’altosassofonista ‘Buster’ Smith.
All’epoca delle incisioni apparse nei due album qui sopra, l’irripetibile epopea musicale di Kansas City, Missouri, una volta demolita la cosiddetta “Pendergast machine” nel 1939 e i musicisti emigrati altrove, era conclusa da un...
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