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Edward Taylor (1923-1985), noto come Eddie Taylor, cantante/chitarrista nato a Benoit, Mississippi, figura di rilievo nel blues di Chicago del secondo dopoguerra nonostante la mancanza di successo commerciale, maestro di stile per chi voglia approcciare il blues elettrico per chitarra. Fu spalla ed eccellente collante nei dischi Vee-Jay di Jimmy Reed dal 1953 al 1964, e anche nella seconda parte degli anni 1960 nelle registrazioni di Reed per altre etichette, come Bluesway.
Cresciuto nel Delta, fu presto attratto da personaggi cardine mississippiani come Memphis Minnie, che guardava suonare quando faceva la sua baby sitter (era amica della madre), Charlie Patton, Son House, Robert Johnson, e altri musicisti che sentiva agli house party da bambino. Scappava da casa in bici per inseguire i musicisti di passaggio, come Big Joe Williams. Troppo piccolo per poter entrare nei locali, s’infilava nello spazio sottostante il pavimento (nelle tipiche baracche del sud appoggiate su pali), tra le erbacce e i potenziali serpenti, per sentire la musica provenire dall’interno. Ascoltava alla radio e dai “Seeburg” (come chiamavano i juke box, dal nome della marca), Tommy McClennan, Peetie Wheatstraw, Little Brother Montgomery. In quell’epoca viveva a Stringtown, Mississippi, e dovette lavorare fin da piccolo essendo l’uomo più adulto della famiglia. La prima vera chitarra l’ebbe nel 1936; al sabato si recava in città e suonava per strada brani di Arthur Crudup, Patton, Wheatstraw, ma quando c’erano dei bianchi passava a Roy Acuff.
Andò a Memphis nel 1943 circa e lì conobbe Robert Jr Lockwood, Johnny Shines e naturalmente frequentò Beale Street (v. link seguente) e l’Handy Park. Vide B.B. King negli amateur show al Palace Theater, e suonò gratis nei club per farsi conoscere. Fu tra i primi ad avere una chitarra elettrica, nel 1947; suonava con suo fratello Milton (batteria) e Joe Hill Louis.
Arrivato a Chicago nel 1949, frequentò Maxwell Street con Floyd Jones, Moody Jones, Little Walter, ‘One-Legged Sam’ Norwood, e si esibì con il fratello e Jimmie Lee Robinson al Club Alibi, nel South Side.
Amico con Jimmy Reed sin da ragazzi al sud, Eddie aveva un paio d’anni in più e gli aveva insegnato a suonare la chitarra; si rincontrarono a Chicago e diedero inizio alla loro collaborazione. Fu il suo chitarrista per buona parte degli anni 1950/1960, ma Taylor fornì il suo intelligente e impeccabile accompagnamento anche ad altri, dal vivo e in studio, come John Lee Hooker (V-J), Elmore James (V-J, Chief, Modern), Grace Brim (JOB), John Brim (JOB, Parrot), Willie Nix (Chance, Sabre), Sunnyland Slim (Blue Lake), Snooky Pryor (JOB), Homesick James (Bluesway), Floyd Jones (V-J), Little Willie Foster (Parrot, Blue Lake), Sam Lay (dal vivo all’L&H Lounge, Chicago), Big Walter Horton (Testament, Alligator, Bluesway), e molti altri.
Da solista cominciò a registrare presso Vee-Jay nel 1955, anno a cui risalgono i suoi dischi di successo (locale): Bad Boy / E.T. Blues e Bigtown Playboy / Ride ‘Em on Down, accompagnato da Reed. Bad Boy e Bigtown Playboy i suoi titoli più noti e in particolare l’ultimo, del pianista Little Johnny Jones, fu il suo signature song. Ancora per V-J registrò nel 1956 (You’ll Always Have A Home / Don’t Knock at My Door) con l’armonica di Earring George Mayweather (che aveva già registrato con J.B. Hutto nelle prime sessioni per Chance) e J.L. Robinson al basso, e nel 1957 (I’m Gonna Love You / Looking for Trouble). Da una sessione di quattro brani nel 1964 uscì solo un 45 su Vivid, sussidiaria di V-J: I’m Sitting Here / Do You Want Me to Cry, con J. Reed, J. Jones e Hubert Sumlin.
Apparve per la prima volta su album nella serie Masters of Modern Blues di Testament, registrato nel 1966 e diviso con Floyd Jones, accompagnati da Walter Horton, Otis Spann e Fred Below. Dopo il primo album totalmente a suo nome, I Feel So Bad (Advent, 1972), ne pubblicò diversi altri per varie etichette.

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