Articoli in riferimento a: Freddie Green
Frederick William Green (31.3.1911—1.3.1987), noto come Freddie Green, esemplare chitarrista ritmico con l’orchestra di Count Basie durante e dopo la luminosa cometa del jazz di Kansas City. Infallibile coagulante tra basso e armonia, rappresenta l’essenza dell’era Swing al suo meglio.
Cominciò a suonare professionalmente intorno alla metà degli anni 1930, e fu durante una sua esibizione al Black Cat Cafe nel Greenwich Village che il noto impresario John Hammond lo udì e lo raccomandò a Count Basie. Green fece il suo primo concerto con Basie nel marzo 1937 e da allora fu parte integrante e insostituibile nell’orchestra, e nelle sue formazioni più ridotte, per cinquant’anni esatti fino all’ora della sua morte, avvenuta dopo una performance a Las Vegas il 1º marzo 1987 (Basie era scomparso nel 1984, ma il gruppo s’era riformato sotto la direzione del trombettista Thad Jones, poi del tenorsassofonista Frank Foster).
Ci fu una grande differenza dopo l’ingresso di Green nella Count Basie Orchestra non solo sulla struttura della sezione ritmica, ma sull’impulso dell’intera band che aveva in quella che è stata chiamata la All American Rhythm Section il suo maggiore punto di forza e di inimitabile originalità: una sezione ritmica a quattro punte, la più famosa nella storia del jazz, formata da Basie, Green, il batterista Jo Jones e il bassista Walter Page (che tuttavia lasciò nel 1949, dopo un’assenza nei primi anni 1940); inimitabile soprattutto sul piano di un equivalente senso di unità e di flusso ritmico, un lavoro d’insieme di rara sinergia.
Green ha esemplificato quell’altruismo che sarebbe il primo e necessario requisito per un chitarrista ritmico in un’orchestra swing; non ha mai attirato l’attenzione su di sé, ha sempre suonato poche note, raramente ha eseguito assolo e non ha mai amplificato elettricamente il suo strumento (il “mai” va inteso che non adottò la pratica, forse proprio per rispettare l’insieme, perché sicuramente provò a farlo), piuttosto ha ridefinito i limiti della chitarra ritmica acustica trasformandoli in una forma d’arte, tanto che il suo stile di comping è diventato uno standard chiamato con il suo nome. Quando Basie fu costretto a ridurre la dimensione dalla big band all’ottetto la presenza di Green fu considerata inamovibile.
Registrò anche con Lester Young, Paul Quinichette, Mildred Bailey, Billie Holiday, Kenny Burrell, Emmett Berry, Harry Edison, Benny Carter, Benny Goodman, Dinah Washington, Lionel Hampton, Big Joe Turner, e molti altri. In un episodio registrato nel 1938 con il Buck Clayton’s Kansas City Six, Them There Eyes, Freddie Green è eccezionalmente al canto (v. il CD Buck Clayton, Fiesta in Blue, reg. 1938-1945).
All’epoca delle incisioni apparse nei due album qui sopra, l’irripetibile epopea musicale di Kansas City, Missouri, una volta demolita la cosiddetta “Pendergast machine” nel 1939 e i musicisti emigrati altrove, era conclusa da un...
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