Jean-Baptiste Illinois Jacquet (1922-2004), conosciuto come Illinois Jacquet, tenorsassofonista creolo a cui si attribuisce l’effetto cosiddetto honking, poi reiterato nel jazz e nel rock ‘n’ roll, anche compositore e bandleader. Il suo stile divenne noto come “Texas tenor style”, ricco di emotività, di sonorità robuste e spavalde, e di effetti con note su un registro altissimo contrapposte a improvvise punteggiature sulle note più basse dello strumento. Influenzò un’intera generazione di sassofonisti, e oltre. Tuttavia Jacquet, specie nelle ballate e nei mid-tempo, possedeva anche tonalità calde, sensibili e raffinate.
Nato in Louisiana da un padre franco-creolo e una madre Sioux (Illinois viene dalla parola indiana “Illiniwek”, uomo superiore), crebbe a Houston, TX. Già a tre anni era nella band del padre, dapprima come tap dancer poi come batterista. Cominciò a suonare il sassofono grazie a un maestro di musica, iniziando al contralto.
Quindicenne, suonò nella territory band di Milton Larkin nella zona di Houston, e con Eddie ‘Cleanhead’ Vinson e Arnett Cobb. Come molti texani dell’epoca nel 1939 si trasferì a Los Angeles, dove incontrò Nat King Cole, e occasionalmente suonò nel suo trio. Nei primi anni 1940 conobbe Lionel Hampton, il quale chiese a Jacquet di entrare nella big band che stava formando passando al sax tenore. Con l’orchestra di Hampton fece la sua prima sessione di registrazione nel 1942, a 19 anni, destinata a rimanere storica per il suo assolo nel brano Flying Home, riconosciuto come il primo solismo di sassofono R&B, e uno dei più influenti. Il brano, anzi l’assolo, ebbe così successo che divenne fisso nelle esecuzioni live, tanto che i sassofonisti che sostituirono Jacquet nell’orchestra dovettero continuare a suonarlo e pressoché sempre allo stesso modo. Non solo, anche tutti gli altri sassofonisti lo impararono, e ogni band lo registrò. Rimarrà la sua registrazione più famosa, nonostante una lunga e notevole carriera discografica. Lasciò Hampton nel 1943 ed entrò nell’orchestra di Cab Calloway al posto di Chu Berry.
Nel 1944 partecipò al primo concerto della serie Jazz at the Philharmonic di Norman Granz, e ai tour seguenti, poi il rapporto con Granz s’interruppe per un po’. In California formò una band con il fratello maggiore Russell Jacquet (1917-1990), trombettista, John Brown (sax-a), Arthur Dennis (sax-b), Bill Doggett (piano), Ulysses Livingston (chit), Charles Mingus (b) e il batterista Al Wichard (v. articolo sotto), e con loro cominciò le registrazioni come solista nel 1945, a Hollywood per Apollo (supportando anche una sessione di Wynonie Harris). In questo periodo apparve nel noto cortometraggio Jammin’ the Blues, con Lester Young.
Nel 1944 s’unì all’orchestra di Count Basie dapprima come ospite, poi l’anno seguente al posto di Lester Young, a New York City, fino all’autunno 1946, lasciando diverse registrazioni. Tornò con gran successo di pubblico in diversi tour dello JATP negli anni 1950, fino al 1957. Negli anni 1960 cominciò a suonare anche il fagotto, lo si può sentire ad esempio nella sua versione di Round Midnight di Monk. La sua carriera continuò, spesso in Europa, in piccole formazioni durante gli anni 1960 e 1970, come il trio con Milt Buckner e Jo Jones, e il quintetto con Vic Dickenson, Barry Harris, Gray Sargent, Slam Stewart e Grady Tate. Registrò anche con Kenny Burrell, Buddy Rich, Sonny Stitt, Buddy Tate, Joey DeFrancesco, Modern Jazz Quartet. Diresse la Illinois Jacquet Big Band dal 1983 fino alla sua scomparsa.