Jessie Mae Booker (1918/1919-1966), nota come Jessie Mae Robinson, pianista e prolifica songwriter texana sulla scena losangelena del secondo dopoguerra. Non così nota come dovrebbe per la mole del suo lavoro, superiore per qualità e quantità a quello di autori più famosi. Sicuramente il fatto d’esser donna, e afroamericana, la ostacolò, laddove invece la sua poetica superò ogni steccato, essendo non solo i suoi brani registrati e poi ripresi da una moltitudine di artisti, uomini e donne senza distinzione di genere musicale, dai grandi del rhythm and blues degli anni 1940/1950, passando per il pop e il country degli anni 1950/1960, fino ai contemporanei, ma anche spesso finiti nelle classifiche, e molti ai primi posti.
Nata a Call, Texas, e cresciuta in California nel quartiere Watts a Los Angeles, da teenager fu ballerina di tip tap e scrittrice per il giornale California Eagle. Incoraggiata a scrivere canzoni dal vicino Joe Adams, poi manager di Ray Charles, e da Dootsie Williams, produttore e titolare di uno studio e di un’etichetta (Blue Records, poi rinominata Dootone), Robinson esordì nel 1945 con Mellow Mama Blues, pubblicata da Dinah Washington.
Poi, ce ne fu un po’ per tutti: Eddie ‘Cleanhead’ Vinson registrò le sue Cleanhead Blues (1946) e Old Maid Boogie (1947, #1 nella classifica R&B), Johnny Moore’s Three Blazers e Jimmy Witherspoon pubblicarono entrambi nel 1947 Money’s Getting Cheaper (Witherspoon come Times Are Getting Tougher Than Tough, in seguito come Money Is Getting Cheaper), che Robinson scrisse insieme a Dootsie Williams (‘Duke’ Robillard l’ha rifatta nel 2009, mentre gli Them di Van Morrison la ripresero come Time’s Gettin’ Tougher Than Tough), Amos Milburn ne ebbe ben tre nei top five, In the Middle of the Night (1949, #3 R&B), Roomin’ House Boogie (1949, #1 R&B) e Tears, Tears, Tears (1951, #5 R&B, rifatta da Buddy Guy/Junior Wells e da Gregg Allman), Rudy Render fu ripagato da Sneakin’ Around (1949, #2 R&B), seguito da B.B. King (1955, #14 R&B, ripresa anche da Joe Morris, Little Milton, dai Canned Heat, dai Paladins, et al), Charles Brown ne piazzò due ai primi posti, Black Night (1951, #1 R&B, poi ripresa da molti, da Muddy Waters a Bobby Bland, da Dr John a Buddy Guy…) e Seven Long Days (1951, #2 R&B, rinnovata nel 2005 da Janiva Magness), l’orchestra di Joe Morris entrò in classifica con Don’t Take Your Love Away from Me, cantata da Laurie Tate (1951, #3 R&B) e Jimmy Grissom con Once There Lived a Fool (1951, #7 R&B, agguantata subito da Jimmy Witherspoon, e poco dopo da Charles Brown, e altri), il Johnny Otis Quintette ebbe un 1º posto con le voci dei Robins e di Little Esther (Esther Phillips) grazie a Double Crossing Blues (1950, #1 R&B, erroneamente attribuito a Otis) e ancora (Johnny Otis Orchestra) in supporto a Leon Sims con Ain’t Nothin’ Shakin’ (1950, recuperato nel 2004 da Rod Piazza), T-Bone Walker inserì Blue Mood in un suo album Imperial (1952, rifatto da Duke Robillard nel 2004) mentre Cold Cold Feeling uscì come singolo nello stesso anno (ripreso da Albert Collins, J. Witherspoon, Zuzu Bollin, Valerie Wellington, e diversi altri), Hadda Brooks registrò l’originale di You Let My Love Get Cold nel 1952, ma uscirono prima le versioni di Dinah Washington e di Peggy Lee, e tra i molti successi di Louis Jordan ne figura anche uno scritto con lei, Blue Light Boogie (1950, #4 R&B, ripreso da Magic Sam, Taj Mahal, Johnny Winter…).
Jessie Mae Robinson lavorò in modo indipendente, ma l’industria discografica cercò di relegarla nel settore rhythm and blues nonostante lei amasse altrettanto il genere Tin Pan Alley e le canzoni da musical; dimostrò di valere anche in quel campo nel 1952 quando ebbe il suo più grande successo commerciale con I Went to Your Wedding, che nella versione di Patti Page andò al primo posto della classifica pop (settore, come quello country, precluso agli artisti afroamericani, sia come performer che come autori) rimanendovi per dodici settimane, poi ripresa con successo anche da Hank Snow, terzo posto nella classifica country nello stesso anno.
Scalò ancora le classifiche pop e country con Without a Memory per Judy Garland (1953, #29 pop), per l’italoamericano Frankie Laine con I’m Just a Poor Bachelor (1953, #14 pop), con Keep It a Secret per Jo Stafford (1952, #4 pop) seguita da Slim Whitman (1953, #3 country), con The Other Woman per Sarah Vaughan (1956, #86 pop, poi ripresa da Nina Simone, Shirley Bassey, et al). Let’s Have a Party, registrata da Elvis nel 1957 per uno dei suoi film, cambiata in Man We Had a Party da Wanda Jackson nel 1960, non ebbe successo in USA, ma in Inghilterra entrambe le versioni furono ai primi posti (in UK quella di Elvis uscì come Party, ripresa da Paul McCartney e molti altri).
Scriveva dove capitava anche senza strumenti, fermando su un registratore la melodia intonata a bocca chiusa; si recava poi in uno studio discografico di Hollywood, dove trascrivevano il brano sul pentagramma. Nei primi anni 1960 aprì una sua etichetta, chiamandola come la figlia June, ma non decollò. Nel 1966 avrebbe dovuto essere operata per un problema alla gola, ma avendo paura di perdere la voce rifiutò, purtroppo morendo poco dopo a soli 48 anni. Jessie Mae Robinson fu una delle prime (o forse la prima) autrice afroamericana a essere ammessa all’ASCAP.