Articoli in riferimento a: Jimmy Rogers

James Arthur Lane (1924-1997), ovvero Jimmy Rogers, parte della triade che diede il via all’evoluzione del blues di Chicago del secondo dopoguerra, con Muddy Waters e Little Walter.
Nato a Ruleville, Mississippi, ma cresciuto dalla nonna materna (LeAnna Rogers) poco più a nord, a Vance, ebbe un’infanzia e una giovinezza erranti, diviso dalla famiglia d’origine e allevato dai nonni, zii e zie. A Vance fu amico di giochi di Snooky Pryor (di cui poi Rogers disse che fu il primo a Chicago a usare l’armonica amplificata) e Moody Jones, e nel suo stesso quartiere abitava John Lee Hooker. Cominciò tredicenne ad appassionarsi al blues ascoltando i dischi di Roosevelt Sykes, Memphis Slim, Peetie Wheatstraw. Tra il 1936 e il 1938 visse con la nonna a West Memphis, AR, dove incontrò James ‘Peck’ Curtis, Joe Willie Wilkins e Robert Jr Lockwood, che gli permisero, nonostante Jimmy fosse giovane e inesperto, di stare con loro: fu un periodo formativo importante dove poté vedere all’opera anche uno dei migliori chitarristi slide, Houston Stackhouse, l’armonicista idolo Sonny Boy Williamson II, e altri musicisti più giovani che si stavano formando, come B.B. King, Junior Parker e Little Milton.
A 14 anni circa cominciò a sperimentare sull’armonica cercando di emulare i suoi idoli, e un paio d’anni più tardi iniziò a studiare i suoni della chitarra, all’inizio solo un diddley bow. Con Pryor e altri adolescenti formò un quartetto di armoniche, e camminavano chilometri per ascoltare la musica dal vivo in qualche juke joint; il preferito di Jimmy era l’originale Sonny Boy, John Lee Williamson, tuttavia alla fine fu più esposto a Rice Miller, il secondo Sonny Boy, più noto grazie alla sua popolare trasmissione radiofonica King Biscuit Time. Intrufolandosi nei juke joint sentì suonare anche Son House, Robert Petway, Tommy McClennan, come prestò l’orecchio a qualsiasi suono di jukebox potesse captare vagabondando all’esterno dei locali, cercando di suonare sulla musica, di Tampa Red, Memphis Minnie, Big Bill Broonzy. Vedere Rice Miller dal vivo in un vero gig in un juke joint fu particolarmente significativo anche perché fu la prima volta che sentì un’intera band dal vivo, con Miller accompagnato da Lockwood e Joe Willie Wilkins alle chitarre, ‘Peck’ Curtis alla batteria e Robert ‘Dudlow’ Taylor al pianoforte, gli stessi che uscivano dalle frequenze KFFA.
Incontrò Little Walter agli inizi degli anni 1940 a Helena, AR, entrambi alla corte di Lockwood, Miller e Robert Nighthawk, dove imparò come accompagnare l’armonica e suonare la chitarra ritmica dietro la lead, e provò per la prima volta una chitarra amplificata (di Wilkins), che poi non suonò più prima del trasferimento a Chicago. In quel periodo andò sulla strada con Williamson, Wilkins, Howlin’ Wolf, a Memphis, TN e a West Memphis, e faceva spesso la spola tra St Louis (dove visse un paio d’anni) e Chicago in cerca di ingaggi. A East St Louis seguiva Roosevelt Sykes e Walter Davis, che gli permettevano di partecipare, senza paga.
Si trasferì a Chicago a metà anni 1940 andando ad abitare in Peoria Street, due passi dall’area del mercato di Maxwell Street, dove s’esibiva all’armonica per le mance con la sua prima band, formata dai chitarristi Claude ‘Blue Smitty’ Smith e John Henry Barbee, il batterista Eddie ‘Porkchop’ Hines e un pianista di cui si conosce solo il soprannome, King, e con la quale, grazie a Sunnyland Slim, ottenne un ingaggio regolare al Club 21. Registrò la prima volta come solista, da armonicista e cantante, per l’etichetta Harlem di J. Mayo Williams nel 1946, ma sul disco il suo nome non apparve, piuttosto quello di Memphis Slim & His House Rockers e la dicitura “Sunny Land Slim, Blues Singer” sotto il titolo del brano, Round About Boogie, pubblicato su un lato del disco condiviso con Lee Brown & His Orchestra, con più o meno gli stessi accompagnatori: Alex Atkins, alto sax, Lee Brown, piano, ‘Big’ Crawford, basso (in quello di Lee Brown c’è Leroy Foster alla chitarra).
Conobbe Muddy Waters, di undici anni più vecchio, attraverso un cugino di quest’ultimo, e i due cominciarono a esercitarsi insieme nell’appartamento di Muddy; conoscendo lo stile slide per averlo incontrato nel Delta, Rogers riusciva ad accompagnare bene Muddy, e probabilmente fu in questo periodo che iniziò a pensare di passare definitivamente alla chitarra, a quel tempo un’acustica che aveva elettrificato montando un pickup DeArmond. Jimmy Rogers aiutò Muddy ad adattare meglio la sua attrezzatura al suono urbano elettrico; i due avevano approccio e gusti musicali simili, e il loro legame presto si consolidò. Insieme modellarono il suono sotto ogni aspetto, melodico, armonico e ritmico, e le loro linee andavano di pari passo pur distinte, una intenta nello sviluppo di una propria tecnica slide, dal carattere rurale, l’altra, quella di Jimmy, destinata al controcanto sulla base di fingerpicking e supporto ritmico.
Muddy s’unì al gruppo di Rogers con ‘Blue Smitty’, rispettivamente seconda chitarra, armonica e lead guitar (ma Rogers e Waters suonarono insieme anche nelle band di John Lee ‘Sonny Boy’ Williamson, di Eddie Boyd, e di Sunnyland Slim); con l’introduzione di Little Walter da parte di Rogers, e con Smitty che lasciò, Rogers passò al ruolo di seconda chitarra. Walter con loro in pochi mesi ebbe un intenso apprendistato acquisendo controllo esecutivo e tempistico (Walter non era abituato a suonare con altri): era il 1947 e fu la prima band di Muddy a Chicago, il primo nucleo di Muddy Waters destinato a sviluppare il nuovo blues della Windy City. Non si deve però pensare che c’era solo quello, o che Muddy era già leader: la scena era fertile e fluida, in continuo movimento e sovrapposizione, e anche coloro che avevano una propria band quando c’era la possibilità di suonare lo facevano anche da sideman. Rogers al contempo faceva gig occasionali con Eddie Taylor, Floyd Jones, e altri, così come Muddy con i mentori Sunnyland Slim e J.L. ‘Sonny Boy’ Williamson, mentre in qualche occasione fu addirittura ingaggiato dal giovane Little Walter.
Il trio, a volte accompagnato da ‘Baby Face’ Leroy Foster alla batteria, suonava nei locali blues più noti, il 708 Club, il Du Drop Inn, il Zanzibar, Silvio’s, e diversi altri, per lunghe escursioni sonore diurne e notturne, e anche quando non erano in cartellone andavano in cerca di spazi nei quali esibirsi, senza badare se fossero già occupati, tanto che nel giro divennero noti come The Headhunters: se riuscivano a farsi sentire rubavano il pubblico alle altre band, mentre definivano il suono del neonato blues di Chicago, il cosiddetto South Side blues.
Jimmy Rogers uscì di nuovo nel 1947 su Ora Nelle, la piccola etichetta all’831 di Maxwell Street nata per pubblicare le informali registrazioni eseguite nel negozio Maxwell Radio Record Co. di Bernard Abrams, che nel retro offriva una spartana postazione di registrazione fai-da-te (v. articolo qui sotto, And This Is Free). In questa occasione è chitarrista per Little Walter e Othum Brown, pubblicati su Ora Nelle (e su Chance, stessi brani), e in uno suo (Little Store Blues) accompagnato da Little Walter, inedito ai tempi. Inediti furono anche Ludella del 1949, per Regal (con un’intera band: Little Walter, Sunnyland Slim, Ernest ‘Big’ Crawford e Leroy Foster), due brani per Tempo-Tone con Slim, Muddy Waters e Elga Edmonds, e altri due per Apollo, tra cui That’s All Right, direi la sua prima versione registrata, sempre nel 1949. Il brano era già stato interpretato da Othum Brown nella loro sessione Ora Nelle del 1947 come Ora Nelle Blues e da Little Walter come That’s Alright, ma Rogers potrebbe averlo sentito precedentemente da Lockwood e/o da Willie Love. Suonò poi in una sessione del settembre 1949 di Muddy Waters per Aristocrat.
Agguantò il successo personale nel 1950 con il primo disco pubblicato a suo nome (Jimmy Rogers and his Trio) su Chess, That’s All Right / Ludella, con il supporto di Little Walter e il bassista Big Crawford; i brani non andarono in classifica ma furono molto trasmessi per radio e lo resero popolare a Chicago, e That’s All Right in particolare diventerà un classico tra i più ripresi. Seguirono altri singoli Chess intestati a Jimmy Rogers with/and His Rocking Four e poi solo a Jimmy Rogers, tuttavia nonostante il successo rimase nella band di Muddy Waters e in studio con lui (e per altri, come Floyd Jones, Eddie Ware, Little Walter) continuando a fornire la sua significativa impronta sulla traiettoria musicale di Muddy fino alla fine del 1955.
Nello stesso periodo registrò qualche brano accompagnando T-Bone Walker per Atlantic alla chitarra ritmica. Tra il materiale registrato con Walker adattò Why Not, che divenne Walking by Myself, il suo più grande successo e unico suo brano ad andare in classifica, registrato alla fine del 1956 e in cui spicca l’accompagnamento e l’assolo di Big Walter Horton. Ebbe altri dischi Chess notevoli, oggi classici del Chicago blues, tra cui Money, Marbles and Chalk, The World Is in a Tangle, Sloppy Drunk, Chicago Bound (in cui condensa la storia dei suoi trasferimenti e l’approdo a Chicago, “the best place I ever know”). Nel 1956 accompagnò Sunnyland Slim e Lee Jackson in due diverse sessioni Cobra. L’ultima registrazione solista per Chess fu nel febbraio 1959, per il disco Rock This House / My Last Meal, ormai ritiratosi gradualmente dalla musica dopo la crisi commerciale del blues e l’interesse di Chess per il rock ‘n’ roll di Chuck Berry e Bo Diddley.
Registrò ancora per Little Walter nel 1960 (Checker) e lavorò per un breve periodo nei primi anni 1960 nella band di Howlin’ Wolf (anche in studio nel 1961, per Chess), prima di lasciare tutto per circa un decennio. Lavorò come tassista e fu proprietario di un negozio di vestiti, che però bruciò durante le rivolte del 1968 dopo l’assassinio di Martin Luther King. Ci sarebbe altro da dire riguardo la ripresa della sua attività musicale dagli anni 1970 fino al 1997, anno della sua scomparsa, ma questa pagina è già troppo lunga e mi fermo qui.

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