Articoli in riferimento a: Joe Liggins

Joseph Christopher Liggins Jr (1915 o 1916-1987), noto come Joe Liggins, bandleader, autore, arrangiatore, pianista e cantante R&B su base jump blues, swing, boogie. A capo dei suoi Honeydrippers scalò le classifiche negli anni 1940/1950. Sulla costa ovest fu, come Louis Jordan, T-Bone Walker e Roy Milton, un traghettatore del rhythm and blues afroamericano verso sonorità più accessibili a un pubblico bianco in cerca di divertimento negli anni del secondo dopoguerra, attraverso ristrette, robuste e agili formazioni jump blues.
Nato in Oklahoma con il nome di Theodro Elliott, prese il cognome del patrigno da bambino, mentre il nome proprio lo cambiò in Joseph Cristopher durante gli anni 1930. Non è chiaro quando cominciò a suonare il piano, ma fin da bambino fu colpito dagli arrangiamenti sentiti nei dischi di Duke Ellington e si esercitò su strumenti a fiato (ottoni), al contempo seguendo corsi di armonia e arrangiamento. (Nelle note di Charlie Lange nel CD “Joe Liggins” di Jukebox) Liggins ha dichiarato d’aver iniziato a undici anni con il mellofono alto fino a che l’insegnante lo passò al basso tuba. Quando la famiglia si trasferì a San Diego nel 1932 (dopo un viaggio rocambolesco in linea coi tempi della Grande Depressione, tra i tanti okie che si trasferirono in California), Joseph cominciò a suonare la tromba e continuò a studiare alle scuole superiori, e poi al college armonia e arrangiamento con John C. Spikes (coautore, con il fratello, di Someday Sweetheart). Lavorò come arrangiatore freelance e per la band in cui suonava, i Creole Serenaders di Ellis Walsh (Walsh scrisse Saturday Night Fish Fry con Louis Jordan), oltre che per i Dixieland Blue Blowers di Curtis Mosby (musicista di Kansas City che aprì a Los Angeles e a San Francisco i famosi Apex Club e Club Alabam).
Si trasferì a Los Angeles nel 1939, dove suonò con il vecchio amico Austin McCoy e in un quartetto con Illinois Jacquet; fu inoltre nella band di Cee Pee Johnson e con i California Rhythm Rascals di Sammy Franklin. Quando Franklin non volle registrare un suo brano che suonavano già da un po’, The Honeydripper, Liggins decise di formare una propria band, che divenne Joe Liggins and His Honeydrippers. All’inizio erano solo in quattro e si fusero nell’appartamento del sassofonista ‘Little’ Willie Jackson, cofondatore e colui che rimase nella band tutta la vita, portandola avanti anche dopo la morte di Liggins nel 1987 e rimanendone l’unico membro originale; gli altri erano il tenorista James Jackson (no parentela) e il bassista Eddie Davis.
Leon René, proprietario di Exclusive Records, sentì The Honeydripper eseguito dal gruppo al Samba Club, e volle registrarli. Dal vivo il brano durava quindici minuti; per il disco, registrato nella primavera del 1945, fu ridotto a sei e diviso a metà sui due lati. Stette in cima alla classifica R&B per ben diciotto settimane tra il 1945 e il 1946, record uguagliato solo da Louis Jordan. Vendette due milioni di dischi, spinto dalla voglia di leggerezza dell’immediato dopoguerra, e finì anche nella classifica pop (#13). Le versioni di Jimmie Lunceford e di Roosevelt Sykes ebbero pure successo, e Cab Calloway la fece sua all’inizio del 1946.
Con il successo di The Honeydripper Joe Liggins fu costantemente in tour per i cinque anni successivi (spesso con altri nomi famosi sulla West Coast dei tempi, come Jimmy Witherspoon, Amos Milburn e il cantante jump blues H-Bomb Ferguson) nei più noti templi della musica afroamericana, e continuò a fornire a Exclusive altri hit R&B, come Left a Good Deal in Mobile (#2, 1945), Got a Right to Cry (#2, #12 pop, 1946), Tanya (#3, 1946, ripresa, tra gli altri, da Earl Hooker e Robert Lockwood), Blow Mr Jackson (#3, 1947), showcase per il sax tenore di James Jackson, Roll ‘Em (#9, 1948) e Dripper’s Blues (#9, 1948). Nel 1946, ben prima che il concetto di rock ‘n’ roll fosse acquisito, Billboard scrisse che la loro Sugar Lump aveva “la giusta ritmica della musica rock and roll”. Nel 1948 entrò nella classifica R&B anche con brani non suoi, come Sweet Georgia Brown (#7), Sweet and Lovely (#14) e The Darktown Strutter’s Ball (#7). Fu il gruppo che partecipò a più concerti della nota serie Cavalcade of Jazz, tenuti soprattutto al Wrigley Field a Los Angeles, essendo presenti al primo nel 1945 e a quelli dei tre anni successivi, e ancora nel 1951.
Nel 1949 Exclusive Records fallì; Art Rupe di Specialty Records provò ad acquistare i master dei suoi successi Exclusive, ma non riuscendovi nel 1950 lo fece firmare con la sua etichetta, dove già era il fratello di Joe, Jimmy Liggins. Jimmy era stato pugile professionista fino a diciott’anni, ma poi fece l’autista per la band del fratello e, invogliato dal suo successo, si mise a studiare la chitarra, diventando leader dei Drops of Joy e trovando una nicchia nel jump blues per piccole orchestre dei tardi anni 1940 nella scuderia Specialty, alla fine essendo più influente di quanto si possa pensare, anche se con minor successo commerciale del fratello. Andò in classifica con Tear Drop Blues e Don’t Put Me Down prima della fine del decennio, ed è degno di nota che la sua Cadillac Boogie (1948) fu diretta ispirazione ritmica, melodica e testuale per Rocket 88, il brano che Ike Turner e i suoi Kings of Rhythm registrarono presso Sun di Memphis, e al vertice nella lista dei candidati al titolo di primo disco rock ‘n’ roll.
Tornando a Joe, Rupe gli fece quindi registrare nuove versioni di diversi suoi successi Exclusive; poco male dato che i remake Specialty di The Honeydripper e I’ve Got a Right to Cry sono superiori agli originali. Ebbe altri hit R&B, tra cui Rag Mop (#4, 1950, rif. di un brano country), Little Joe’s Boogie (#5, 1951), Frankie Lee (#9, 1951), ma soprattutto Pink Champagne, numero uno per tredici settimane nel 1950 che finì anche al n° 30 della classifica pop; sia Pink Champagne che I’ve Got a Right to Cry vendettero più di un milione di copie e furono dischi d’oro.
Pink Champagne fu ispirata dall’hit del 1942 di Freddie Slack e Ella Mae Morse, Cow Cow Boogie, con un riff dal classico Blues in the Night della coppia Arlen-Mercer. Canzoni con l’alcool protagonista c’erano da sempre, ma dopo il successo di Pink Champagne seguirono subito, nel 1951, altri due numero uno R&B: Bad, Bad Whiskey di Amos Milburn e I Got Loaded di ‘Peppermint’ Harris (Milburn ebbe altri quattro successi sul tema dei liquori tra il 1951 e il 1954). Anche Jimmy Liggins ne approfittò con Drunk nel 1953, il suo ultimo successo Specialty, e presso Aladdin con I Ain’t Drunk e No More Alcohol nel 1954.
Nel 1954 Joe Liggins and His Honeydrippers erano ancora richiesti dal vivo e in quell’anno presero parte a uno spettacolo di beneficenza al famoso Club 5-4 di LA per la moglie di Stan Getz, e lo sarebbero stati ancora, anche se le vendite dei loro dischi subirono un drastico calo a causa dei nuovi suoni rhythm and blues, e Rupe li scaricò. Liggins passò ad altre etichette, come Mercury, Aladdin, e altre minori, ma la sua musica suonava vecchia a confronto con la novità portata dal rock ‘n’ roll. Tornò da Mercury nel 1962 pubblicando un album di vecchi successi insieme a nuovi brani, ma senza riscontri, come quando registrò ancora per piccole etichette; tuttavia la band rimase attiva e Liggins continuò a esibirsi fino alla fine, all’età di 71.