Jackson, Mississippi – pt 1
I liked Jackson better than I did either Memphis or New Orleans. Blues was more popular. Anytime you go to Jackson, they’s be telling us, “Put me down there where they chunkin’ tin cans”....
Room with a view of the blues
John Vincent Imbraguglio (1927-2000, poi modificato in Imbragulio), produttore discografico mississippiano conosciuto come Johnny Vincent. Cominciò come proprietario di juke box Rockola e in seguito come rappresentante per il noto distributore di dischi William B. Allen di New Orleans. Alla fine degli anni 1940 comprò il Record Shop in Farish Street a Jackson, MS (via epicentro delle attività musicali, v. articolo “Jackson, Mississippi, pt 1”), da dove riforniva di dischi blues e R&B anche gli operatori di jukebox, e cominciò a distribuire per Chess. Allo stesso tempo fondò l’etichetta Champion su cui pubblicò una manciata di singoli per altrettanti musicisti locali, come Joe Dyson (che aveva una sua orchestra), Bernard ‘Bunny’ Williams (tenorsassofonista, figura quasi fissa nello studio Diamond di Lillian McMurry a Jackson e sideman di Dyson, ma anche di B.B. King e altri), hillbilly come Emmitt Hawkins, Ray Harris (di Tupelo, registrò per Sun e poi divenne produttore fondando Hi Records con Quinton Claunch e altri) e Al Terry (registrò anche per J.D. Miller), finendo l’attività nel 1952 con un singolo di Arthur ‘Big Boy’ Crudup; le registrazioni furono fatte presso il piccolo e artigianale studio di Lillian McMurry.
Fu assunto poi da Art Rupe come talent scout e A&R man per la sua losangelena Specialty Records, per la quale produsse i Soul Stirrers, John Lee Hooker, Earl King, Wynona Carr, e altri, ma fu con Guitar Slim (v. articolo sotto) che ebbe successo registrando, in una lunghissima e tribolata sessione (1953), The Things That I Used to Do nello studio J&M di Cosimo Matassa, con l’arrangiamento e la partecipazione di Ray Charles (v. racconto nell’articolo sotto su Guitar Slim); Vincent, prima ancora che il disco fosse stampato, fece un grande lavoro di promozione. Nonostante il successo, Rupe lo licenziò (con varie accuse reciproche), e Vincent per un breve periodo lavorò per un altro distributore di Atlanta, Georgia, prima che il proprietario vendesse la sua compagnia diventando partner nella rete di Chess.
Nel 1955 Johnny Vincent fondò allora Ace Records, di base a Jackson ma operante su New Orleans, città ai tempi al centro di un boom discografico che aveva attratto a partire dalla fine degli anni 1940, quando Matassa con tempismo e lungimiranza aprì il suo studio, diverse indie della costa est e ovest, come Specialty. Inoltre Vincent, avendo già lavorato per Rupe con artisti di New Orleans, come appunto Earl King e Guitar Slim, ne conosceva altri pronti a registrare, come conosceva Matassa, i distributori e i dj. All’inizio però, non potendo permettersi lo studio di Matassa, utilizzò ancora quello di Lillian McMurry e, anche se vi registrò notorietà come Crudup ed Elmore James, non ebbe riscontri fino a quando Earl King e Huey ‘Piano’ Smith non gli si rivolsero pensando che avendo ottenuto successo per il loro amico Guitar Slim (Slim era l’idolo di King, e Smith aveva cominciato insieme a lui quand’erano adolescenti) avrebbe potuto averlo anche per loro. I due si recarono in Farish Street nello studio Diamond ottenuto nel retro del negozio dei McMurry, e il primo successo Ace uscì da quelle sessioni nella forma di Those Lonely, Lonely Nights di Earl King (nonostante il piano e la chitarra scordati), con l’accompagnamento di Smith al piano e la band di Joe Dyson (il brano poi fu fonte di un contenzioso tra King e Vincent). In seguito, il loro successo fu surclassato nazionalmente dalla versione di ‘Johnny Guitar’ Watson (v. articolo sotto) su Specialty, e Rupe inoltre possedeva i diritti sul brano, ceduti ingenuamente da Vincent, che non aveva una società editoriale; per questo sia lui che King non ebbero un vero guadagno, ma dopo questa esperienza Vincent imparò l’importanza di avere una propria compagnia di pubblicazioni e il copyright.
Il successo rafforzò comunque la fiducia sulla sua etichetta e sul suo operato presso gli addetti al settore, facendo poi Vincent di nuovo centro, con la giusta combinazione tra R&B e rock ‘n’ roll per sfondare nel mercato nazionale degli adolescenti bianchi, con Rockin’ Pneumonia and the Boogie Woogie Flu e Don’t You Just Know It di Huey Smith & The Clowns nel 1957 e 1958.
Johnny Vincent registrò anche Eddie Bo, Bobby Marchan, James Booker, Dr John, Joe Tex, Lightnin’ Slim, Charles Brown, S.B. Williamson, Lightnin’ Hopkins e suo cugino Frankie Lee Sims ma, sebbene il mercato blues e R&B afroamericano continuasse a reggere e con questi dischi e gli ingaggi degli artisti poté permettersi di tenere in vita Ace, gli introiti non erano paragonabili a quelli procurati nel mercato pop/rock ‘n’ roll bianco dai milioni di dischi venduti dai nuovi idoli delle teenager.
Ace riuscì a entrare in questo mercato con l’italoamericano Frankie Ford in due brani rubati a Huey Smith, in particolare Sea Cruise, ma soprattutto con lo swamp pop del diciassettenne studente di college Jimmy Clanton di Baton Rouge, registrato con l’house band nera di Matassa e finito nella classifica pop del 1958 al 4º posto con Just A Dream e al 25º con A Letter to an Angel. Clanton consolidò la sua momentanea presenza in quel mondo apparendo nel film del 1959 Go, Johnny, Go (con Chuck Berry, Jackie Wilson, Eddie Cochran, Ritchie Valens e altri) e con ulteriori successi fino al 1962, prima di lasciare Ace per altri lidi dove però non trovò altrettanta fortuna.
Ho già scritto come andò a finire la storia di Ace e di Vincent nella pagina di Ace Records, e per ulteriori dettagli, anche sulle varie storiche attività musicali e no di Farish Street (Trumpet Records, Henry C. Speir, Alamo Theater, e altro), vedi articolo sotto “Jackson, Mississippi, pt 1” o clicca sui rispettivi link.
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