Lattimore Brown (1931-2011), cantante del southern soul (da non confondere con Latimore) nato nei pressi di Mound Bayou, Mississippi, nota per esser stata la prima municipalità nera d’America, fondata da ex-schiavi (per Mound Bayou v. sotto nell’articolo “Mid-Delta, Mississippi, pt 1”).
Cresciuto senza genitori e lavorando fin da bambino nei campi, visse prima coi nonni e poi con degli zii, senza nemmeno sapere il suo nome di battesimo: tutti lo chiamavano L.V. Formò presto un gruppo vocale gospel, ma allo stesso tempo era attratto dalla musica mondana del King Biscuit Time sulle frequenze radio della KFFA di Helena, AR. Fu maltrattato dalla zia fino al punto che a dodici anni se ne andò per conto suo, vagabondando per sopravvivere: a sedici era marito e padre, a diciassette sotto le armi dopo aver supplicato d’esser preso nonostante la giovane età, registrandosi con un nome che s’inventò lì per lì, Lattimore Vernon. Durante gli anni passati in Corea e in Vietnam furono soprattutto Big Joe Turner e il trio di Nat King Cole a gratificarlo, e forse a condizionarlo nella sua vocalità tra crooning e shouting.
Arrivò a Memphis nel 1953, quando la storia più interessante si stava svolgendo (Sun Records, Beale Street, B.B. King e tutti gli altri, il Mitchell’s Hotel, il Palace Theater, Elvis…), mantenendosi con un lavoro al Peabody Hotel.
Qualche anno dopo partì per un lungo tour negli USA e in Canada in una specie di minstrel show con ballerine, attori e musicisti del sud, poi fu chiamato dal trombettista e arrangiatore Jimmy Stewart (nel libro paga di Don Robey, nella band di Junior Parker), detto Buzzard, nella sua house band al Cameo Club di Hot Springs, AR, band che grazie al successo divenne da giro lungo le rotte del chitlin’ circuit. Un sassofonista della band, di Nashville, lo presentò a Ernie Young, titolare di Excello Records per cui Brown registrò il suo primo disco, pubblicato nel 1960 sulla sussidiaria Zil (l’anno dopo un altro uscì sull’etichetta madre). Nel 1961/1962 registrò tre singoli per la piccola Duchess, etichetta con base a Nashville distribuita da Instant e proprietà di un produttore di Dallas, Al Klein, che più tardi fu uno dei primi produttori presso Motown.
Nel frattempo fu scritturato dall’agenzia Universal Attractions di Ben Bart (ma il cliente numero uno su cui si focalizzavano le attenzioni era James Brown), e avendo Lattimore la sua band lavorò per loro anche come supporto alle cantanti Etta James e Big Maybelle.
A Dallas aprì un locale chiamato Atmosphere Lounge dove, grazie a un accordo con Universal, faceva esibire gli artisti dell’agenzia disponibili e presenti entro il raggio di poche centinaia di chilometri. Il locale divenne molto attivo e popolare, ma il finanziatore iniziale del club era Jack Ruby, l’assassino di Lee Harvey Oswald, l’assassino del presidente Kennedy, cosa che determinò la brusca fine dell’attività di Lattimore a Dallas (Ruby era invischiato con la malavita ed era noto tra i musicisti bianchi e neri di Dallas essendo proprietario del Carousel Club; ne ho parlato nell’articolo su Zuzu Bollin), e questa fu solo una delle molte sventure nella vita di Lattimore Brown (che non elencherò in dettaglio).
Fu sulla scena R&B di Nashville (concentrata in Jefferson Street) che Lattimore lavorò più a lungo, la stessa di Roscoe Shelton, Earl Gaines, Louis Brooks and his Hi-Toppers, Johnny Jones, i King Casuals di Billy Cox e Jimi Hendrix, e dove Jimmy Stewart fungeva da mentore e da accentratore per i musicisti cittadini.
Stewart lo sottopose all’attenzione di John Richbourg (John R), il molto influente dj WLAC a capo di J.R. Enterprises, in cui operava l’autore e produttore Allen Orange; John R era inoltre collaboratore nell’etichetta Sound Stage 7 di Fred Foster. Il primo disco di Lattimore per SS7, I’m Not through Lovin’ You / I’ve Got Everything (My Baby Needs), fu fatto presso Stax con Willie Mitchell, accompagnato dagli MG’s (Isaac Hayes a sostituire Booker T), ma la casa di Memphis in quel periodo (1965) stava per stringere l’accordo (che poi si rivelò capestro per Stax) con Atlantic e tendevano ad allontanare ogni altro artista esterno.
Registrò in coppia con Roscoe Shelton (I Know That I’m Gonna Miss You, retro Little Bag of Tricks), e William ‘Hoss’ Allen, collega di John R alla WLAC e in affari con lui, oltre che promotore attraverso la sua Rogana Production, lo incluse in qualche puntata del suo show televisivo The !!!! Beat (v. sotto), che nella studio band contava musicisti del rhythm and blues di Nashville (a parte colui che per la maggior parte delle puntate ne fu il leader, Clarence ‘Gatemouth’ Brown) nel giro dei due dj, riuniti negli Imperial Seven di Johnny Jones (l’evoluzione dei King Casuals), come Cox, Freeman Brown, Aaron Varnell, Harrison Calloway.
In quel periodo (1966) decise di cambiare il nome d’arte in Sir Lattimore Brown, probabilmente influenzato dalla British Invasion e/o dal Sir Douglas Quintet. Per il resto degli anni 1960 continuò a registrare per SS7 (sette singoli in tutto), anche all’American Studio di Chips Moman, ma non riuscì ad avere un importante successo discografico nonostante la qualità.
Negli anni 1970, trasferitosi a Knoxville, Tennessee (dove aprì un altro club con la seconda moglie, che poi morì durante un intervento al cuore), registrò due singoli per un’altra etichetta di Nashville, Renegade, allo studio FAME, prima di pubblicarne uno per la resuscitata Ace di Johnny Vincent e altri per Sound Plus e Seventy-Seven. Si ritirò parzialmente dalla musica negli anni 1980 vivendo a Little Rock, Arkansas, dove di nuovo aprì un locale e si sposò con un’altra donna, un’accanita fumatrice che se ne andò con un tumore ai polmoni.
Nel 2005, a Biloxi, dove viveva dal 1997, subì forti danni con il passaggio di Katrina, trovandosi letteralmente sommerso e portato via dall’acqua; la sua ultima moglie morì per infarto durante l’evacuazione. Fino a non molti anni fa i pochi trafiletti in rete che parlavano di lui lo davano per morto negli anni 1980, come anche AllMusic e nei libretti della Bear Family in accompagnamento ai DVD della serie The !!!! Beat, da loro pubblicata per intero, mentre in realtà Lattimore è morto nel 2011, sfortunato fino all’ultimo: investito da un’auto mentre attraversava la strada a pochi passi da casa sua a Pensacola, Florida.