Rudolph Richard (1937-2014), aka Rudy Richard, proveniente da Church Point, Louisiana. È stato chitarrista nei King Bees di Slim Harpo (v. sotto), e uno dei suoi bandmate più importanti insieme a James Johnson, ma contrariamente a quanto si è sempre letto, dai giornali locali fino al web, non è vero che “suonò la chitarra in tutti i dischi di Harpo”, e nemmeno che eseguì la famosa nota pungente in I’m a King Bee (v. sotto Slim Harpo, Disc One): ai tempi Richard non era nella band, e neppure in studio (idem per James Johnson).
Richard si ricordava bene il giorno in cui s’unì ad Harpo, e parlando con un giornalista locale, John Wirt, disse che fu l’armonicista a cercarlo (su raccomandazione di Lonesome Sundown) arrivando con una Buick nella piantagione di cotone proprietà del padre, dove lavorava. Al tempo, poco più che ventenne, Rudolph Richard non aveva un importante background musicale alle spalle, ma uno da bluesman autodidatta che comincia con una chitarra auto-costruita prendendo lezioni da qualche musicista locale, nel suo caso un chitarrista e fisarmonicista. Rimanendo affascinato da Lonesome Sundown, che gli insegnò molto, tra cui il non suonare a volume troppo alto, si procurò un vero strumento.
Nel 1954 entrò nella band di Good Rockin’ Bob, al Moonlight Inn di Opelousas (come raccontato a Steve Coleridge); rimase con loro qualche mese prima di aggregarsi a Sundown nelle jam session tenute al Blues Paradise Club. Dopo la visita di Harpo, Richard dovette convincere il padre, dopodiché comprò una Telecaster nuova di zecca e si diresse a Baton Rouge, abitando per un certo tempo con l’armonicista e la moglie.
In un’intervista (a Frank Scott) disse che quando entrò nei King Bees c’era già un altro chitarrista, James Johnson appunto (che alternava basso e chitarra), e c’erano il sassofonista Willie ‘Pro’ Parker, il batterista A.J. Edwards, e Roosevelt Gauthier, un cantante spalla che Slim portava ai concerti, per aprirli e per farsi annunciare sul palco (ruolo che in seguito sarà di un altro cantante detto “Tomcat”); subito dopo il batterista divenne Sammy K. Brown: era la band dal vivo, ma qualche volta accompagnò Slim anche in studio. Nelle poche foto di gruppo Richard si riconosce perché porta lenti spesse.
Rudolph Richard lasciò la band nel 1966 (quindi prima di Scratch My Back), s’allontanò un paio d’anni dalla musica prima di tornarvi, ad esempio nella band di Raful Neal. Negli anni Ottanta era con il musicista zydeco Joseph Major Handy e i suoi Wolf Couchon, dove cominciò a suonare di più la fisarmonica, imparata anni prima da Clifton Chenier. Negli anni Novanta fu come chitarrista nel gruppo di Steve Coleridge, Short Fuse, ed ebbe anche una propria band, Rudy Richard and the Zydeco Express, fino a quando la sua malattia, il diabete, glielo rese difficile. Sia lui che Johnson suonarono occasionalmente negli anni Ottanta/Novanta al festival annuale River City Blues a Baton Rouge, e insieme a Lazy Lester apparvero sul palco al Ponderosa Stomp Festival a New Orleans nel 2011.
Fu un chitarrista piuttosto influente sulla scena di Baton Rouge, e tra i suoi pregi alcuni sono stati ricordati da John Broven: “Richard’s wonderfully fluid, tasteful, almost jazzy guitar work adds so much to Harpo’s recordings. Classic laidback Louisiana, with time to spare and not a note wasted”.
Preferiva un tono più pulito, alla B.B. King, rispetto al riverbero e alla distorsione. Per qualche esempio del suo lavoro con Slim Harpo come chitarra solista (con assolo) in studio, e in particolare del suo carattere laidback, si possono sentire Things Gonna Change, da una delle prime sessioni di Harpo, e una più tardiva (1964), Sittin’ Here Wondering (il riverbero è parte del tipico suono complessivo uscente dallo studio di Jay D. Miller).
(Fonte biografica: libro di Martin Hawkins – Slim Harpo, Blues King Bee of Baton Rouge, 2016)