Articoli in riferimento a: Samuel Lawhorn
Samuel David Lawhorn (1935-1990), noto come Sammy Lawhorn, cantante e chitarrista di blues elettrico proveniente da Little Rock, Arkansas. Da bambino ascolta i musicisti di strada e i grandi nomi di passaggio in città, come T-Bone Walker, Lightnin’ Hopkins, Lowell Fulson. I suoi idoli sono Lonnie Johnson, Barney Kessel e Wes Montgomery. Fa pratica su un diddley-bow auto-costruito come s’usava ai tempi, fissando in verticale con dei chiodi un filo metallico o di altro genere su una parete o un pilastro di legno dell’ambito domestico. I primi veri strumenti sono un ukulele, poi una chitarra acustica e una chitarra elettrica; comincia a suonare a 15 anni accompagnando l’armonicista Driftin’ Slim. È Houston Stackhouse a portarlo nella blues town di Helena, AR, a istruirlo alla slide e su come accompagnare S.B. Williamson II nel programma King Biscuit Time, nei primi anni 1950. Dal 1953 al 1958 presta servizio in Corea, da cui esce ferito durante un combattimento aereo.
A Memphis accompagna Eddie Boyd, Roy Brown, i Five Royales e l’armonicista Willie Cobbs, con quest’ultimo suona per la prima volta a Chicago alla fine degli anni 1950, dove poi rimane, suonando nei club con Elmore James, Otis Rush, Junior Wells. Nel 1963 comincia la sua permanenza nella band di Muddy Waters, dapprima dal vivo in locali come il Pepper’s Lounge e Sylvio’s, poi allo studio Chess dove accompagna la produzione di Muddy da Folk Singer del 1964 a Can’t Get No Grindin’ del 1973. Com’era consuetudine per i membri della Muddy Waters Band, accompagna qualche lavoro solista di un altro componente della stessa band, Otis Spann (v. sotto, The Blues Is Where It’s At, The Bottom of the Blues, e nelle registrazioni del pianista nella casa-studio di Victoria Spivey, dove Lawhorn lascia anche prove da solista), e nei dischi di altri artisti che la band supporta, ad es. Big Mama Thorton (B.M.T. with Muddy Waters Blues Band, v. sotto) e John Lee Hooker (Live at Cafe Au Go Go). È (sempre parlando di LP) anche in Fat Mandolin di Johnny Young, in I Got What It Takes di Koko Taylor, in Live at Theresa’s 1975 e On Tap di Junior Wells e, negli anni 1980, in Spoon’s Life di Jimmy Witherspoon, in Take Me Back di James Cotton, e altri. Per un’etichetta francese (Isabel) registra un album come solista, After Hours. L’alcolismo e gravi problemi artritici causati da un pregresso importante trauma, pongono fine alla sua vita a soli 54 anni.
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