Tijuana, Mexico 1987
Da San Diego, California, a Tijuana, nella Baja California in Messico, dove gli statunitensi andavano a sbronzarsi di tequila e droga nei weekend. È stato così fino al 2001; dopo l’attentato alle Torri gemelle i controlli al passaggio in USA si fecero così minuziosi da creare ore di attesa per il rientro, scoraggiando i turisti mordi e fuggi. Anche l’aumento della violenza e della criminalità legata al traffico di stupefacenti ha tenuto lontano per diverso tempo i visitatori provenienti dalla California. Negli ultimi anni il turismo è tornato, anche se non so di che tipo.
Nella prima foto, alla frontiera si notano pochi veicoli; oggi quello stesso posto, il San Ysidro Port of Entry, è irriconoscibile ed è trafficatissimo, anzi, dicono sia il confine più trafficato d’occidente.
Ancor più diverso era il paesaggio, ad esempio quello nella foto nº 2: non c’era quasi nulla, mentre ora è un’area con strade molto trafficate attraversanti diverse aree industriali e vaste zone residenziali. Non so nemmeno perché passammo da lì, dato che si trova a sud-est di Tijuana e decisamente più lontano dalla frontiera rispetto al centro. Di sicuro allora ne valse la pena attraversare quella zona semi-desertica, dato lo scenario; oggi è una desolante periferia urbana piena di traffico.
Anche la foto 3 ritrae qualcosa di andato, ma fa di più aggiungendo nella brulla vastità la suggestione di un luna park e i segni di un’umanità che, pur usurpatrice con la sua invadenza e i suoi rifiuti una bellezza naturale, conservava ancora a stento una certa dose di romanticismo proprio di confine netto con l’urbanesimo, prima che una selvaggia industrializzazione prendesse il sopravvento.
Inoltre evidenzia il Cerro Colorado, simbolo di Tijuana e suo punto più alto che, per forza, è ancora lì, permettendomi di identificare la zona oggi trasfigurata. Forse allora questo monte dalle forme morbide accettava di buon grado la compagnia di quelle relativamente poche abitazioni piazzate nelle sue pieghe, o la confusione colorata e festosa di un luna park, mentre oggi, tra varie scritte sulla sua cima (pure allora: se si guarda attentamente si vede una parola, “ven”), traffico di escursionisti, diverse antenne radio-tv e una miriade di costruzioni che lo attentano tutt’intorno non solo alla base, ma anche sui suoi fianchi, forse oggi, dicevo, desidererebbe sprofondare.
Nella foto 5 (gruppo sopra) si vede casualmente la cartellonistica riguardante l’affitto di ampi capannoni in quei parchi industriali che avrebbero avuto l’exploit negli anni Novanta.
Un’altra cosa che allora non c’era, nell’immediato limite nord dell’abitato periferico di Tijuana: la lunga barriera, simile a una grande cancellata, a dividere anche se non in modo continuativo Stati Uniti e Messico fino al confine naturale del Rio Grande. Il primo tratto di poche miglia fu approvato da Bill Clinton e cominciato nel 1990, proprio al confine tra San Diego e Tijuana.
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