Articoli in riferimento a: George ‘Harmonica’ Smith

Allen George Washington (1921-1983), rinominatosi George Allen Smith e conosciuto come George ‘Harmonica’ Smith, armonicista nella band di Muddy Waters a Chicago, in seguito la più grande figura dell’armonica blues sulla West Coast.
Nato a West Helena, AR, ma cresciuto a Cairo, IL, fu la madre musicista a istruirlo sullo strumento fin da bambino. Nei tardi anni 1930 viaggiò nel sud suonando per le strade cittadine, e in una band con Early Woods al violino e Curtis Gould ai cucchiai soprattutto nelle feste e nei picnic nella regione Delta del Mississippi. Nel 1941 si trasferì con la madre a Rock Island, IL, mantenendosi con impieghi extra-musicali, ma fece qualche data con un gruppo in cui era il batterista di futura fama Francis Clay. Tornato in Mississippi s’unì a un gruppo gospel, the Jackson Jubilee Singers, di Jackson, MS. Sul finire degli anni 1940, impiegato come proiezionista in un teatro di Itta Bena, estrasse da un vecchio proiettore Bell & Howell da 16 mm lo speaker e l’amplificatore per usarli con l’armonica.
Si trasferì a Chicago nel 1949 circa e suonò con Otis Rush e i fratelli Myers (Louis e Dave). Nel 1954 dopo la scomparsa dell’armonicista di Muddy Waters, Henry ‘Pot’ Strong, prese il suo posto nella band di Muddy rimanendovi tuttavia poco. Il suo debutto discografico avvenne nell’ottobre 1954 supportando Otis Spann in It Must Have Been the Devil (Checker), il primo singolo del pianista.
Lasciò Muddy nel 1955 per un lavoro fisso all’Orchid Room a Kansas City dove Joe Bihari di Modern Records, in viaggio alla ricerca di talenti, lo sentì. Registrò per loro una dozzina di brani da cui uscirono quattro singoli sulla sussidiaria RPM a nome di Little George Smith (eccellenti registrazioni, oggi tutte su CD Ace The Modern Masters, Harmonica Ace); colpiscono ancora per fraseggio e tono le splendide Telephone Blues e Blues in the Dark, la prima già solo con l’introduzione effetto tremolo, la seconda per il tono grasso di cromatica, ed entrambe per la bellissima e sconosciuta chitarra in accompagnamento (nell’LP Ace è accreditato ‘Poor’ Bob Woodfork, ma non credo sia lui da quel poco che ho sentito di Woodfork. Da qualche ricerca che effettuai potrebbe essere George Paul Jackson [G.P. Jackson, 1920/1990], chitarrista del Mississippi che trovai compatibile come suono e stile, e con la presenza a Kansas City). Sono i primi esempi della sua maestria, potenza e controllo sulla cromatica e sulla diatonica, e faranno scuola. A un canto che si può giudicare il migliore tra gli armonicisti della sua schiera, unisce il senso innato per lo swing, la ricchezza e la varietà di tessitura e tono, la capacità di gestire con efficacia la tensione, il climax, la ripetizione, l’abbandono.
A causa del discreto successo di queste registrazioni il proprietario dell’Orchid Room Marty Graham lo imbarcò nel revue itinerante di Universal Attractions, tra cui figuravano Little Willie John e Champion Jack Dupree; Smith poi s’unì a Dupree in studio per King/Federal a Cincinnati.
Il tour finì a Los Angeles e George Smith decise di rimanervi indefinitamente. Nei tardi anni 1950 registrò con diversi appellativi, come Harmonica King e Little Walter Jr per l’etichetta Lapel, come George Smith (e George Allen nei primi anni 1960) per Sotoplay, e per Carolyn (entrambe del produttore Nat McCoy).
Nel 1966 Muddy Waters, sulla West Coast per un tour, chiese a Smith di riunirsi a lui in seguito all’andata di James Cotton; rimase con la Muddy Waters Band circa un anno, registrando con loro per Spivey Records, e dal vivo al Fillmore West. Suonò con Otis Spann nel disco The Blues Is Where It’s At (v. sotto), e quando morì Little Walter nel 1968 tributò un disco all’armonicista supportato dalla MWB, a L.A. per un tour. Supportò Sunnyland Slim (album Slim’s Got His Thing Goin’ On) e registrò come solista l’album …Of the Blues (1969, Bluesway, con Juicy Harmonica, altro esempio di cromatica diventato un classico) prodotto da Bob Thiele, a cui partecipò anche Rod Piazza, che Smith incontrò nel 1968 e con lui formò la Southside Blues Band, in seguito conosciuta come Bacon Fat.
Partecipò all’album dal vivo del 1969 di Big Mama Thornton (The Way It Is), e come sideman per l’etichetta BluesTime con la produzione di Thiele (tra i solisti che supportò, Big Joe Turner), e nel disco Super Black Blues (v. sotto O. Spann, 1967-1970). Nel 1969 Mike Vernon gli produsse l’album solista No Time for Jive, gli album con Bacon Fat (Grease One for Me, e Tough Dude nel 1970) e un altro da solista registrato a Londra, Arkansas Trap. Affiancò ancora Big Joe Turner (Turns on the Blues, Kent, 1970), Eddie Taylor (I Feel So Bad, Advent, 1972), Big Mama Thornton dal vivo (Jail, Vanguard, 1975) e altri, come Phillip Walker, Jimmy Witherspoon, Clark Terry, Johnny Dyer.
Sulla West Coast intanto stava influenzando una nuova, intera generazione di armonicisti bianchi dell’area, più direttamente il suddetto Rod Piazza e William Clarke; quest’ultimo fu il suo protetto e collaborarono all’incirca dal 1977 fino alla scomparsa di Smith nel 1983, ma fu fortemente influente anche per Kim Wilson, Al Blake, Steve Guyger, Mark Hummel, e in generale su tutti gli armonicisti dell’area californiana.