Da Yazoo City a Belzoni, Mississippi
Nei pressi di Yazoo City. Nella Yazoo County, con una popolazione largamente rurale distribuita tra fattorie e piantagioni, l’attività musicale è fiorita a piccoli grappoli: il blues di Bentonia ne rappresenta l’isolamento. Solo a Yazoo City (oggi di circa undicimila abitanti) si poteva trovare il tipo di intrattenimento che s’aveva a Clarksdale, Greenville, Vicksburg o Indianola, nei teatri, sale da ballo e club notturni dove passavano i grandi nomi jazz e R&B.
Il nome Yazoo deriva da una tribù di nativi storicamente residente nell’area della contea, dominata dallo Yazoo River. Alleati con i Chickasaw e gli inglesi, furono virtualmente fatti fuori nel 1729 durante la Natchez War quando i Choctaw, alleati con i francesi, vinsero sulle tribù Yazoo e Natchez.
Blues marker di Tommy McClennan (1905-1961 ca) a Yazoo City tra W Broadway e N Water Street, zona da lui frequentata quando viveva e lavorava alla vicina piantagione J.F. Slight. Fu tra gli artisti tardivi del downhome blues più popolari nel periodo (1939-1942) in cui lasciò per Bluebird brani come Bottle It Up and Go, Cross Cut Saw, New Highway No 51 Blues, Travelin’ Highway Man.
Nel censimento del 1910 figurava nella contea Carroll con la madre Cassie e i fratelli, in quello del 1920 in una piantagione vicino Sidon nella contea Leflore e nel 1930 nella stessa contea, dove risiedeva con la moglie Ophelia mantenendosi come carrettiere. Suonò in varie parti del Delta, ma soprattutto attorno a Greenwood, dove era noto anche come “Sugar”, mentre a Yazoo City era chiamato “Bottle Up” in seguito al suo brano più noto. Lester Melrose venne da Chicago a cercarlo per Bluebird, e a tal proposito Big Bill Broonzy ha raccontato che il produttore dovette andarsene alla svelta perché la sua presenza irritò i locali, convinti che stesse reclutando lavoratori e quindi invogliandoli a lasciare il Mississippi.
McClennan aveva uno stile esuberante, rude, con vocalità aspra (1) e una tecnica chitarristica del tutto priva di orpelli. Ancora Broonzy, nel suo libro Big Bill Blues, lo fa nascere a Yazoo City nell’aprile 1908, ma il suo certificato di morte cita Durant, nella contea Holmes, come luogo di nascita, il 4 gennaio 1905; Broonzy riferisce inoltre che McClennan fu cacciato da una festa a Chicago dopo aver cantato Bottle It Up and Go, per le obiezioni sollevate dalle liriche.
Nell’area di Greenwood tra i partner di McClennan c’erano David ‘Honeyboy’ Edwards e Robert Petway, quest’ultimo dallo stile simile, solo un po’ meno rustico; anche Petway registrò per Bluebird, e spesso i due erano scambiati per fratelli essendo entrambi bassi di statura e minuti, in contrasto con il loro approccio energico e potente. Tutti e due terminarono la carriera discografica nel 1942, scalzati dal nuovo R&B e poi dal blues elettrico di Chicago, anche se Bluebird e RCA Victor continuarono a pubblicare i singoli di McClennan per diversi anni.
A Yazoo City McClennan bazzicava Water Street, soprattutto il Ren Theatre, o il Cotton Club in Champlin Avenue, poi si trasferì a Chicago ma ci sono poche testimonianze sulla sua attività in città. L’ultima volta che ‘Honeyboy’ Edwards lo vide era pressoché alcolizzato e viveva in un accampamento di vagabondi. Morì di broncopolmonite nella Windy City il 9 maggio 1961.
A proposito di Robert Petway, è suo il primo Catfish Blues che si conosca, del 1941; un blues ipnotico costruito attorno a un unico accordo (di mi) che casca giusto in questo articolo in cui parlerò anche di Belzoni, capitale mondiale del catfish.
A Yazoo City si va in saliscendi come a Vicksburg. L’autore nativo Willie Morris (1934-1999) l’ha definita “Half Hills and half Delta and all crazy”.
La città sopravvisse alla Guerra Civile, a una devastante alluvione nel 1882, a due epidemie di febbre gialla, e al più disastroso incendio di una città nella storia del Mississippi, nel 1904, per riemergere negli anni 1920 come città vivace, pubblicizzata attorno al 1925 come “City of a Million Diamonds”, “Wonder City of the South”, e “The Best City in Mississippi”, prima che arrivasse un altro duro colpo con la grande alluvione del 1927 che interessò molti Stati attraversati dal Mississippi, e quindi anche il bacino fluviale dello Yazoo, alimentato dal grande fiume.
Altri musicisti legati a Yazoo City sono Rev. Gatemouth Moore (1913-2004), il suo blues marker è al 645 Jerry Clower Boulevard (non so perché in un piazzale di un BBQ), ‘Joshie Jo’ Armstead (1944), cantante con Little Melvin & The Downbeats, successivamente Ikette con Ike Turner, discografica a Chicago e autrice a New York, e Kenzie ‘Crooner’ Moore (1929-1987), cantante in stile Charles Brown che incise tre singoli Specialty a Jackson prodotto da Johnny Vincent e accompagnato dalla Joe Dyson Band – Moore e la band di Dyson erano di casa al Stevens Rose Room a Jackson. Kenzie Moore fu anche il primo dj afroamericano alla WAZF, e alle sue trasmissioni dallo studio in Main Street parteciparono Ike Turner e S.B. Williamson II.
E poi ancora Willie McCoy (Natchez, 1929), direttore di band scolastiche in città, il bandleader Joe Willie ‘Soop’ Mitchell (1948), la cantante gospel e blues Gloria Hardiman (Yazoo City, 1950), protégé di Koko Taylor apparsa anche in un disco di Roy Buchanan, emigrata a Chicago dove ha collaborato con il chitarrista Steve Freund e s’è esibita per anni con una sua band anche all’estero, e il cantante swing / batterista Robert Covington (Yazoo City, 1937-1996), anch’egli nella band di Little Melvin sopracitata, e in quella della sua fonte ispirante Big Joe Turner. Trasferitosi a Chicago, suonò dal vivo e in studio con Little Walter, Buddy Guy, Junior Wells, James Cotton, Jimmy Rogers, Fenton Robinson, Sunnyland Slim; con quest’ultimo continuò a collaborare regolarmente.
Passaggio dello Yazoo River sotto una deviazione della Highway 49 West, la piccola State Highway 149, che poi sarebbe l’Old Highway 49 West.
Prendere questa strada invece che continuare sulla Highway 49 ritarda un po’ l’arrivo a Belzoni, ma consente di ammirare lo swamp del lungo e tortuoso Broad Lake, a circa nove chilometri da Yazoo City.
Si trova nei pressi di Lake City ed è meta di pescatori
Più avanti, costeggiamo di striscio la parte superiore del grande e suggestivo Panther Swamp National Wildlife Refuge (sotto), del quale vediamo solo una piccolissima parte da un accesso sulla strada alla grande foresta paludosa.
È un parco nazionale di più di 150 km2 in una piana alluvionale con foreste e wetlands, che si estende a sud da qui. Vi convivono molte specie di alberi, decine di migliaia di uccelli acquatici e duecento specie di uccelli migratori neotropicali, alligatori, cervi, lontre, conigli, tacchini selvatici, scoiattoli, visoni e procioni.
Dopo impercettibili comunità dai persuasivi nomi di Louise (con una desolatissima Main Street), Midnight, Silver City, e la più che fantasma Hard Cash (ormai esiste solo sulla nostra Rand McNally), ecco Belzoni (ca 2.200 ab.) nella contea Humphreys, capitale mondiale del pesce gatto. Sta nel profondo Delta, ma porta il cognome dell’esploratore padovano G.B. Belzoni.
Sembra strano nella capitale del catfish, ma non abbiamo trovato un ristorante, perlomeno non uno che sembrasse decente o in chiaro riferimento a quel piatto; forse erano chiusi per ferie.
I due pesci favoriti del Mississippi, il catfish e il buffalo, sono celebrati ognuno con un festival annuale in aprile. Il World Catfish Festival, iniziato nel 1976, è un evento di massa ben sponsorizzato che include l’incoronamento della Catfish Queen e, naturalmente, la gara a chi mangia di più in tot tempo. Il bluesman di Greenville Willie Foster vi ha suonato nell’edizione 2000, e da allora il blues è entrato nel programma. L’African-American Heritage Buffalo Fish Festival invece è nato nel 1996 ed è più modesto per dimensioni e pretese, e spesso vi ha partecipato Denise LaSalle, cresciuta a Belzoni.
Old Jailhouse, da tempo in disuso e ormai un rudere, tanto da non accorgermi che questo è il retro – colpa anche dell’attraente Oldsmobile Delta 88 d’epoca. La vecchia prigione della contea è stata immortalata da Charlie Patton, che la conobbe personalmente:
Get in trouble in Belzoni, ain’t no use to screamin’ and cryin’
Mr Webb will take you back to Belzoni jailhouse flyin’
È l’incipit di High Sheriff Blues del 1934, stesso motivo e accompagnamento di Tom Rushen Blues del 1929, già citato a proposito di una prigione a Merigold. Però High Sheriff è più autobiografica perché Patton è stato davvero imprigionato qui a Belzoni, e un vero ufficiale Webb arrestò lui e la moglie Bertha Lee per disordini in un house party dove stavano suonando. Fu W.R. Calaway (e non il Mr Purvis nelle liriche), ex Paramount passato all’ARC, a tirarli fuori e a portarli a New York City per quella che sarà l’ultima registrazione di Patton, High Sheriff un brano di quella sessione finale.
Un musicista nativo di Belzoni è Joe Willie ‘Pinetop’ Perkins, venuto alla luce il 7 luglio 1913 alla Honey Island Plantation, undici chilometri a sudest da qui. Ha passato gran parte della sua vita musicale come accompagnatore, cominciando la carriera solista non prima del 1988, glorificato nell’epoca del secondo blues revival come uno dei grandi vecchi del Delta Blues insieme a ‘Honeyboy’ Edwards, entrambi all’attenzione del pubblico di allora anche perché tra gli ultimi viventi ad aver conosciuto Robert Johnson.
Passò la giovinezza spostandosi nella regione Delta, vivendo con la madre o altri parenti, o con il suo amico chitarrista Boyd Gilmore in una piantagione con i genitori di Gilmore. (2) Perkins raccolse cotone, lavorò come tuttofare, meccanico, autista di camion, e cominciò come chitarrista nei juke joint, negli house party, e ai combattimenti di galli.
Negli anni 1940 fu a Helena, Arkansas, con Robert Nighthawk alla KFFA nel programma radio sponsorizzato dal Bright Star Flour, rivale del noto King Biscuit Time con Sonny Boy Williamson II, al quale in seguito Perkins s’unì. È il periodo in cui fu accoltellato al braccio sinistro; la ferita ai tendini lo costrinse a rinunciare alla chitarra, e comunque stava già affermandosi come pianista. Guidò anche il trattore alla Hopson Plantation vicino a Clarksdale, città dove fu mentore del giovane Ike Turner al piano.
Il deserto di Belzoni downtown. Registrò la prima volta come accompagnatore di Nighthawk in una sessione a Chicago nel 1950 per Aristocrat. La prima occasione potenzialmente a suo nome fu nel 1953 con due versioni di Pinetop’s Boogie Woogie (il suo signature song, originariamente di Clarence ‘Pine Top’ Smith, uscito nel 1928), quando lui, Boyd Gilmore e Earl Hooker fecero una sessione insieme per Sun Records di Sam Phillips, rimasta inedita ai tempi (registrarono come solisti e accompagnandosi a vicenda, Gilmore con due versioni della bella Believe I’ll Settle Down, Hooker con più di un brano).
Pinetop continuò a collaborare con Nighthawk, Hooker e altri in diversi momenti, ma nel 1960 lasciò la musica stabilendosi a Chicago lavorando in una lavanderia e in un garage fino al 1968, fino a che Earl Hooker lo persuase a registrare ancora, nel suo disco Two Bugs and a Roach (Arhoolie). Nel 1969, quando Otis Spann – anche lui con trascorsi a Belzoni (3) – lasciò la band di Muddy Waters, Perkins prese il suo posto, rimanendovi una decina d’anni.
I tour internazionali e le sessioni in studio con la Muddy Waters Band non gli assicurarono il sostentamento, ma lo portarono a maggior fama soprattutto in Europa, registrando ciò che sarebbe potuto uscire come suo primo album nel 1976, Boogie Woogie King: otto episodi per i francesi di Black & Blue pubblicati solo nel 1992 su compact disc Evidence. (4)
Nel 1980 Perkins e altri membri della band, tra cui Willie ‘Big Eyes’ Smith, che in seguito sarà ancora suo partner, lasciarono Muddy e formarono la Legendary Blues Band; dopo due album con questo organico il pianista s’imbarcò nella sua tardiva carriera solista. Il suo primo album americano fu nel 1988 all’età di 75 anni per Blind Pig, e durante i due successivi decenni recuperò fin troppo registrando una sfilza di CD non tutti ben riusciti, per vari motivi. È scomparso ad Austin, Texas, il 21 marzo 2011 a 97 anni. Secondo la lista del Mississippi Blues Trail il suo blues marker è sulla Highway 49 al Welcome Center (v. in fondo), ma non c’era o non l’ho trovato io.
A quanto pare non è stato invece neanche previsto il marker per un altro rispettabile nativo, il chitarrista e armonicista Eddie Burns (1928-2012), fratello di Jimmy. Prima di arrivare a Detroit, dove ebbe una carriera solista e collaborò con John Lee Hooker, crebbe vicino a Clarksdale (Dublin), influenzato da Tommy McClennan e John Lee Williamson, l’originale Sonny Boy, e suonò per qualche anno a Clarksdale con il secondo Sonny Boy Williamson e Pinetop Perkins.
C’è però per Denise LaSalle, nata Ora Denise Allen vicino a Sidon nella Leflore County il 16 luglio 1939, interprete, autrice, produttrice, discografica e operatrice di nightclub. Crebbe in una piantagione, e quando aveva circa sette-otto anni la sua famiglia si trasferì a Belzoni. Nei tardi anni 1940 vide Elmore James e S.B. Williamson II nei programmi radio trasmessi dal negozio di mobili Easy Pay in centro a Belzoni (ne parlo più sotto). Ascoltava il Grand Ole Opry alla radio, cantava in chiesa, e abitava vicino a un juke joint: facile trarne l’equazione country + gospel + blues = LaSalle. Arrivò a Chicago con la famiglia quando aveva tredici anni, e a quindici cominciò a scrivere racconti, poesie e in seguito canzoni, adottando il nome d’arte LaSalle perché “suonava francese”.
Nel 1967 registrò il suo primo disco per l’etichetta Tarpon di Billy ‘The Kid’ Emerson, ottenendo sufficiente successo con A Love Reputation tanto che Emerson la fece firmare con Chess, pubblicando quattro facciate oltre lo stesso disco Tarpon. A Chicago fu anche con il gruppo gospel The Sacred Five.
Nel 1969 LaSalle e l’allora marito Bill Jones fondarono Crajon Enterprises, e il suo brano Get Your Lie Straight fu un successo per Bill Coday e l’etichetta nel 1971. Nonostante la sede a Chicago, le sessioni Crajon si svolsero spesso al Royal Studio di Memphis di Willie Mitchell, che nel 1970 le produsse diversi brani, tra cui Hung Up, Strung Out su Parka (del gruppo Crajon), episodio che riscosse una certa popolarità a Detroit e le permise di firmare per Westbound Records, dove ottenne un successo milionario come autrice e interprete nel 1971 del singolo nº 1 nella classifica R&B Trapped by a Thing Called Love (head arrangement di Gene ‘Bowlegs’ Miller), importante anche per definire il nuovo suono di Memphis del decennio dopo quello precedente dominato da Stax, oltre che permettere a LaSalle di lasciare il lavoro di cassiera.
Per Westbound uscirono altri singoli, avendo di nuovo riconoscimento nazionale con Now Run and Tell That e Man Sized Job nel 1972, entrambi nei top ten della classifica R&B, mentre dal vivo celebrava il suo stile diretto e provocante da sassy mama.
LaSalle attribuiva le sue abilità di narratrice all’amore per la musica country; la sua Married, but Not to Each Other fu un successo per Barbara Mandrell nel 1977. Nel 1971 dopo il divorzio da Jones s’era trasferita a Jackson, Tennessee, dove nel 1977 conobbe e sposò James ‘Super’ Wolfe Jr, personaggio noto localmente come dj e imprenditore radiofonico, poi consigliere comunale e attivista sociale in materia di istruzione e lotta alla criminalità. Nel 1984 registrò il primo di una lunga serie di album per Malaco Records, spesso accompagnata dalla Muscle Shoals Rhythm Section. Era entrata in Malaco come autrice per Z.Z. Hill, per il quale ottenne riconoscimento con Someone Else Is Steppin’ In; scrisse anche per Ann Peebles e Little Milton prima di lasciare l’etichetta nel 1997. Nove dei suoi album Malaco negli anni 1980/1990 vendettero abbastanza da arrivare nelle classifiche nazionali, come il singolo My Tu-Tu (sua versione di My Toot Toot di Rockin’ Sidney). Nel 1986 fondò la National Association for the Preservation of the Blues. Registrò gospel sulla sua etichetta Angel In the Midst, ma tornò in campo mondano nei primi anni 2000 pubblicando sulla sua etichetta Ordena e su Ecko Records, e rimpatriando da Malaco nel 2008. È scomparsa l’8 gennaio 2018 in un ospedale di Nashville, Tennessee.
Ci s’imbatte in questi grandi catfish in vari angoli del centro città. S.B. Williamson II viveva a Belzoni quando Lillian McMurry di Trumpet Records lo rintracciò chiedendogli di registrare per la sua etichetta. Belzoni ha visto anche un giovane Elmore James residente negli anni 1930 con i suoi genitori, e sia Williamson che James erano qui nel 1947/1948 trasmettendo in radio per il Tallyho Show (v. sotto), oltre a suonare nell’area, a volte con Arthur ‘Big Boy’ Crudup, anch’egli stazionante nei pressi. Qui Sonny Boy conobbe sua moglie, Mattie Gordon.
Il Turner’s Drug Store stava a questo angolo (100 E Jackson St., incrocio con N Hayden St.), l’Easy Pay Store dall’altra parte della strada. I due negozi sponsorizzavano programmi radio trasmessi dalle emittenti WAZF di Yazoo City e WJPR di Greenville per pubblicizzare il Tallyho, tonico alcolico vitaminico prodotto al Turner’s Drug Store con la collaborazione dell’Easy Pay. Le due stazioni mandarono in onda via remota diverse performance dal vivo di Sonny Boy Williamson II (a quel punto icona radiofonica già nota per il King Biscuit Time) e di Elmore James. WAZF tirò una linea telefonica diretta a Belzoni e l’Easy Pay fu cablato affinché i musicisti potessero trasmettere dall’interno del negozio nei pomeriggi dei giorni feriali, mentre gli spettatori e i passanti assistevano dalla finestra sul davanti.
Il jingle di Williamson per il Tallyho cominciava con: Tallyho, it sure is good, you can buy it anywhere in the neighborhood. Ricalcava quindi quello di B.B. King per il Peptikon alla WDIA di Memphis; non so chi l’abbia usato per primo, ma B.B. ha raccontato come lo inventò nel film Road to Memphis e in altre occasioni. Comunque, lo spot per il Tallyho continuava in modo sufficientemente originale:
Go on the corner of Hayden Street, Mr Turner Drug Store
You ask to buy one, buy two
It’s good for you, it’s good for the children too
Tallyho, it sure is good
Take it in the morning, take it at night
Tallyho’ll make you feel just right (5)
Uno dei proprietari del drugstore, O.J. Turner Jr, e quello dell’Easy Pay, George Gordon, si associarono nella produzione e nel commercio del Tallyho usando una formula autorizzata dal senatore Dudley LeBlanc, noto creatore dell’Hadacol. Il figlio di Turner, O.J. ‘Bubba’ III, mescolava il preparato con una pagaia all’interno di una vasca situata al drugstore, e mentre la domanda cresceva Turner Jr iniziò a consegnare il prodotto alle farmacie del Delta distribuendolo direttamente dal baule della sua auto. L’Easy Pay pubblicizzava anche piani di acquisto a credito facile per mobili, elettrodomestici e altri articoli.
Williamson e James oltre al lavoro radiofonico suonavano per le strade della città, di fronte a Turner, nei juke joint e nei cafe. Elmore James visse nella piantagione dei Turner con la sua famiglia e il chitarrista suo partner musicale Robert Earl Holston, proprietario del Robert’s Radio Repair in Hickory Street a Canton. Sia James che Williamson vissero nella zona di Belzoni in varie occasioni negli anni 1930/1950, ed entrambi sposarono donne del posto, ma nessuno dei due si stabilì in alcun luogo a lungo. Williamson trasmise anche per l’Hadacol a West Memphis nel tardo 1948 a volte accompagnato da ospiti, tra cui un giovane B.B. King.
La nota e simbolica fotografia di Marion Post Wolcott ritraente un afroamericano che sale le scale dell’ingresso “colored” di un cinema-teatro è stata scattata qua vicino nel 1939, al Crescent Theater, a pochi passi dall’ex Turner’s.
The Catfish Capital Museum sulla Hwy 49 West, anche Visitors Center (e dove dovrebbe esserci il marker di Pinetop Perkins), trovato chiuso a tempo indeterminato.
Un altro bluesman legato alla città è Paul ‘Wine’ Jones (1946-2005), nativo di Flora (dove abbiamo visitato la Petrified Forest) che lavorò a Belzoni come saldatore in un allevamento di catfish. Diventato noto solo negli anni 1990 nella scuderia Fat Possum, in linea con altri esponenti del blues elettrico rurale di maggior successo dell’etichetta, come R.L. Burnside, ‘Junior’ Kimbrough o T-Model Ford, e anche lui caduto nelle furie campionatorie di Matthew Johnson, fino ad allora era sempre stato un musicista part-time, suonando solo per i belzoniani e lavorando anche come bracciante. Il fratello Casey Jones (1939-2017) era batterista e cantante dotato; emigrato a Chicago ha suonato per anni nella band di Albert Collins, oltre a registrare e/o a lavorare in studio con Muddy Waters, Earl Hooker, Lou Rawls, Otis Rush, Johnny Winter, e altri.
Rete per la pesca del catfish. È invece nativo di Belzoni il figlioccio bianco di Paul ‘Wine’ Jones, Bill Abel, di cui ho un ottimo ricordo dal vivo a Clarksdale, cresciuto accompagnando vecchi bluesman dell’area: oltre a Jones, T-Model Ford, Big George Brock, ‘Honeyboy’ Edwards, ‘Cadillac’ John Nolden, perseguendo quel bel suono pieno e gutbucket da juke joint.
(Fonti: Steve Cheseborough, Blues Traveling, The Holy Sites of Delta Blues, University Press of Mississippi, Jackson, 2009, III ed.; Living Blues, Issue #249, Vol. 48, #3 – Yazoo County Blues – Articoli di Scott Barretta, di Gayle Dean Wardlow e di Jim O’Neal; Mississippi Historical Markers.)
- Sam Charters l’ha definito “uno dei più feroci cantanti blues davanti a un microfono”[↩]
- Chitarrista slide vicino a Elmore James, forse anche per parentela; alcuni lo danno nativo di Belzoni, nel 1905 o 1910, altri di Inverness, Mississippi (dov’è nato Little Milton), che comunque è molto vicino. Fece due sessioni per Modern Records nel gennaio e nell’aprile 1952, organizzate da Ike Turner, allora talent scout e pianista per l’etichetta losangelena, e una per e alla Sun Records nel luglio 1953, con ‘Pinetop’ Perkins e Earl Hooker, v. nel testo.[↩]
- Spann ha sempre affermato d’esser nato nel 1930, e a Paul Oliver disse che la sua città natale era Belzoni. Mentre il primo dato è stato corretto al (21 marzo) 1924 da Jim O’Neal, Eric LeBlanc e Bob Eagle, Belzoni pare confermata. È certo invece che crebbe in Roach Street a Jackson, Mississippi, ma non si sa quando la sua famiglia vi si trasferì.[↩]
- Con Luther Johnson Jr, Calvin Johnson e Willie Smith, line-up impeccabile, ma l’assai mediocre qualità sonora lo fa sembrare un disco più degli anni 1990 che degli anni 1970, non so se a causa della generale scarsa qualità delle masterizzazioni su CD di quei tempi, e/o di qualche manipolazione.[↩]
- Da Mississippi Blues Trail Blog[↩]
È vietata la riproduzione anche parziale di questo articolo senza autorizzazione